Tra Liga e Supercoppa, la prima settimana del calcio spagnolo.

Con il primo “clasico” della stagione anche in Spagna il calcio ha riaperto i battenti. L’eterna sfida tra Barcellona e Real Madrid sarà ancora il tema caldo di quest’anno, arricchito dalla presenza di Tito Villanova al posto di Pep Guardiola nella panchina blaugrana. L’assenza di rivali degne di questo nome è un dato di fatto, soprattutto dopo la fuga degli arabi da Malaga, squadra che si era candidata al ruolo di terzo incomodo tra i due giganti del calcio iberico.

Da sottolineare il ritorno nella Liga di due grandi decadute della storia calcistica spagnola come il Deportivo La Coruna (chiedere ai tifosi milanisti qualcosa a riguardo..) e il Celta Vigo che, oltre al Valladolid, sopperiscono in qualche modo all’assenza del Villareal, appena disceso negli inferi della segunda divisiòn.

Ecco i risultati della prima giornata:

Celta Vigo-Malaga 0-1 (85′ Fabrice)

Sevilla-Getafe 2-1 (34′ Fazio (S), 38′ (rig) Negredo (S), 50′ Alexis (G))

Mallorca-Espanyol 2-1 (2′, 85′ Hemed (M), 6′ Wakaso (E)

Athletic Bilbao-Betis Sevilla 3-5 (6′ R.Castro (B), 26′, 86′ J.Molina (B), 31′ Beñat (B), 48′ De Marcos (A), 66′, 76′ San Jose (A), 79′ Pozuelo (B))

Real Madrid-Valencia 1-1 (9′ Higuain (R), 41′ Jonas (V))

Barcellona-Real Sociedad 5-1 (3′ Puyol (B), 9′ C.Castro (R), 11′,15′ Messi (B), 41′ Pedro (B), 84′ Villa (B))

Levante-Atletico Madrid 1-1 (5′ El Zhar (L), 21′ Arda Turan (A))

Deportivo-Osasuna 2-0 (52′ Riki, 92′ Nelson Oliveira)

Rayo Vallecano-Granada 1-0 (90′ Trashorras)

Zaragoza-Valladolid 0-1 (45′ Oscar)

Parte con la prima “manita” stagionale il Barcellona del ritrovato David Villa e del solito Messi. Stecca invece la truppa di Mourinho fermata al Bernabeu da un solido Valencia, candidato principale per la conquista di uno dei due rimanenti posti in Champions.

Parte male anche il Bilbao di Bielsa che perde rumorosamente in casa per 5-3 con il Betis, squadra meno nobile di Siviglia. Il Granada, squadra satellite dell’Udinese e gestita dalla famiglia Pozzo, perde contro la terza squadra di Madrid il Rayo Vallecano, mentre l’Atletico pareggia in visita a Valencia contro il Levante che difficilmente riuscirà a ripetere la splendida stagione passata.

Bene anche le altre squadre di media-alta classifica che partono conquistando subito i tre punti: il Malaga in trasferta a Vigo e il Siviglia in casa con il Getafe. Chiude la giornata il Mallorca che supera, non senza grandi sofferenze, l’Espanyol tra le mura amiche.

Apriamo il capitolo Supercoppa. Innanzitutto il tabellino:

Barcellona: Valdés; Dani Alves, Piqué, Mascherano, Adriano; Xavi (37’st Fabregas), Busquets, Iniesta; Pedro (41’st Jordi Alba), Messi, Sanchez (26’st Tello). A disp.: Pinto, Villa, Sergi, Puyol.All.: Vilanova
Real Madrid: Casillas; Arbeloa, Albiol, Ramos, Coentrao; Khedira, Xabi Alonso; Callejon (20’st Di Maria), Ozil (36’st Marcelo), Cristiano Ronaldo; Benzema (15’st Higuain). A disp.: Adan, Diarra, Granero, Varane. All.: Mourinho
Marcatori: 
10’st Cristiano Ronaldo (R), 12’st Pedro (B), 25’st Messi su rig. (B), 33’st Xavi (B), 40’st Di Maria (R)

Prima della sfida erano bastate le parole di Mourinho ad affossare un clima che si stava già surriscaldando: “Firmerei per perdere la supercoppa e vincere la Liga”. Eppure, dopo il 3-2 del Camp Nou, il Real ha più di una possibilità di ribaltare il risultato e aggiudicarsi il trofeo di fronte ai propri tifosi, rifilando il primo smacco stagionale al nuovo rivale.

Certo ci sarà bisogno dello stesso Cristiano Ronaldo messo in mostra in terra catalana (basti rivedere il gol del vantaggio dei blancos per capirne l’importanza) e limitare i regali in difesa, rigori compresi. D’altro canto anche tra le file del Barcellona non sono mancate le sviste e i movimenti difensivi errati, soprattutto in occasioni create da “palle ferme” (calci d’angolo in primis). Se poi mandassero al macero quell’immensa pippa di Victor Valdes non avrebbero che da guadagnarci, vista l’ennesima grama figura contro Di Maria.

Insomma, in Spagna è passata appena una settimana ma il clima è già incandescente con battibecchi, sfide a distanza e proteste nei confronti degli arbitri, uno scenario che conosciamo bene anche qui. Altro che Lucifero o Caronte, il caldo afoso sceso in Europa potrebbe tranquillamente essere chiamato, senza sbagliare, José o Tito.

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