Tempi bui per i bookmakers. Ancora prima di cominciare, già l’esito della stagione appare scontato.
Manco a dirlo, a trionfare saranno ancora una volta i bianconeri di Antonio Conte (che, ringraziando la giustizia sportiva, avrà pure modo di riposarsi e vincere senza faticare per i primi tempi…).
Anche i tifosi più scaramantici converranno nel riconoscere come dato di fatto che chi ha vinto si è ulteriormente rinforzato, mentre chi è arrivato dietro (leggi Milan) non solo non ha migliorato l’organico, ma lo ha addirittura indebolito, per non dire peggio.
Dopo gli addii dei vari Gattuso, Van Bommel, Roma, Seedorf, Zambrotta, Nesta e Inzaghi si è chiuso di colpo per i rossoneri un ciclo vincente, con l’obbligo di aprirne uno nuovo immediatamente, con un progetto serio e il prima possibile altrettanto vincente. Magari puntando sui giovani. Sicuramente facendo affidamento sulle punte di diamante rimaste: vedi Thiago Silva e Ibrahimovic. Senonché, alle prime sirene arabo-parigine, l’asse portante dal quale ripartire è emigrato col primo volo da Ancelotti and company, portando sì in dote una cifra monstre intorno ai 65 milioni di euro, ma non la volontà di reinvestirla con raziocinio nel mercato. Con la scusa della crisi, una somma da invidia per questi tempi nel mondo del calcio sarà assorbita dalle questioni di bilancio. Con buona pace di milioni di tifosi speranzosi.
A far ripartire i sogni di gloria milanisti ci penseranno una serie di comproprietà e acquisti a parametro zero, veri affari made in Milanello: Montolivo, Traoré, Zapata, Acerbi, Constant; ai quali aggiungere, tra gli altri, il portiere Gabriel, utilissimo per riempire l’ultimo posto da extracomunitario ed impedire l’arrivo dei vari Tevez, Dzeko e compagnia cantante, tormentoni giornalistici e sogni dei tifosi, ma mai veri e propri obiettivi della società. Il tutto per la super somma di 1,5 milioni investiti, a fronte dei 65 incassati. E tralasciamo la telenovela Kakà, di sicuro utilissimo alla causa rossonera, ex beniamino decaduto che non vede l’ora di ricalcare le orme di Sheva…
Milan che dunque passerà in difesa dalla coppia Thiago-Nesta a un super duetto Mexès-Acerbi, intercambiabili con i fantastici Bonera e Zapata. A centrocampo il povero Nocerino sarà costretto a condividere il ruolo con i vari Ambrosini e Montolivo e magari trovarsi di fronte i Pirlo, i Marchisio e i Vidal. Unica nota positiva la conferma di El Shaarawy lì davanti, sperando che la malasorte non tenga in infermeria un’intera stagione ancora Pato, Cassano e Boateng. Senza contare la mira di Robinho… Se, nonostante la partenza di Ibra, l’attacco può ritenersi competitivo, a pochi giorni dalla fine del mercato, centrocampo e difesa fanno acqua da tutte le parti, e a confermarlo ci ha pensato la recente scoppola col Real. Il tutto alimenta i rimpianti per la stagione appena conclusa, l’ultima in cui lo scudetto era alla portata del Milan, allontanato da troppi infortuni e assenze.
Tutt’altro discorso per la Juve: le cifre parlano chiaro. La vincitrice dello scudetto ha investito già quasi 35 milioni di euro e ha puntellato una rosa già competitiva con i vari Asamoah, Isla, Giovinco, Leali, Lucio, Pogba. Unico neo l’inseguimento accanito del cosiddetto “top player”: dopo le insistenze passate per Aguero, poi sfumato, quest’anno è toccato a Van Persie, a lungo corteggiato ma ormai in procinto di firmare con lo United. Ricerca della punta che però non si esaurisce qui: Marotta segue sempre con insistenza le piste Llorente e Dzeko, e comunque un grande attaccante quest’anno sotto la Mole lo porterà…
Grosso punto di domanda in casa Inter, che si candida a prima rivale della Juve, dopo che i rossoneri si son fatti da parte. Moratti ha già investito una trentina di milioni di euro e ha portato a Milano Handanovic, Silvestre e Palacio, rinforzando un organico che ha visto l’Inter finire molti punti indietro la scorsa stagione. Nonostante un buon precampionato, i nerazzurri restano però almeno un gradino sotto la Juventus.
Così come le varie Roma, Napoli e Fiorentina, tutte rinnovate, ma tutte grosse incognite per l’inizio del campionato. I giallorossi di Zeman hanno tutto da dimostrare, così come la nuova Viola di Montella, rivoluzionata rispetto a un anno fa. Mazzarri, dopo i veleni della Supercoppa, avrà il suo da fare per tenere in mano la situazione e la squadra, orfana di Lavezzi ma pronta a puntare tutto sul neoacquisto Insigne e ovviamente Cavani.
È vero che quest’anno la Juve avrà la Champions ma, tutto sommato, dovesse fallire in Europa – facciano gli scongiuri del caso gli amici bianconeri – almeno ha già vinto lo scudetto.
Comments are closed.