Ora, sul fatto che la storia del calcioscommesse sia una cacca puzzolente siamo d’accordo tutti. Non ci piove.
Certo è, però, che neppure il comportamento degli organi federali sa d’acqua di rose…
I dati certi sono pochi: un paio di fanciulli li hanno sgamati con le dite nella marmellata e da lì è partita tutta l’indagine; corretto. Poi però hanno detto ai bimbi, con le mani ancora appiccicose di pectina, che se facevano i nomi di altri bimbi, si pigliavano qualche sculacciata in meno.
E da quel giorno, ogni giorno è saltato fuori un bimbo nuovo ancora intento a ciucciarsi il dito. Non solo: ci sarebbero pure quei bimbi che hanno visto gli altri mangiarsi la marmellata, però non l’hanno detto alla mamma.
Comportarsi coi bambini è abbastanza semplice: se prometti loro qualcosa di bello (o di evitar loro qualcosa di brutto) ti dicono quello che pensano tu voglia sentirti dire. E mica è detto che sia falso, badate bene. Però va preso con le pinze.
Se la mamma appura che tutto è vero, è giusto e sacrosanto partire con sonori colpi di battipanni sul culetto. Però le sculacciate devono essere proporzionate: se ne dai quattro a chi ha rubato il vasetto, non puoi darne 5 al fratellino che non te l’ha detto (sempre che l’abbia visto).
E oltretutto non può il bimbo tirar fuori un amichetto ladruncolo nuovo ogni volta che vede la mano alzarsi, sperando di non beccarsi il ceffone.
Nell’olezzosa realtà del calcio odierno, i bimbi hanno dei nomi: Carobbio, Masiello, Conte, Bonucci… da ieri pure Ranocchia. Su Carobbio e Masiello alcune delle poche certezze, ma poi… Conte non si sa se sapeva, Bonucci ha detto Iacobelli che non ha fatto niente. E Ranocchia, poi, da dove cavolo salta fuori?
Su come andrà a finire, ovviamente si accettano scommesse.
Di sicuro sappiamo che da tifosi ci stiamo un po’ stufando. Quasi quasi ci diamo al Badminton… ah, no si truccano le gare pure quelli! Eccheccazz…
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