Se a Venezia non si gioca più a calcio

Il Football Club Unione Venezia non potrà far fronte all’iscrizione al prossimo campionato di Lega Pro. La notizia – invero attesa da tempo – è solo un altro capitolo della triste storia del calcio in laguna: uno sport che, dopo gli effimeri fasti di fine anni ’90, all’ombra di San Marco non è mai riuscito a trovare una sua dimensione.

Il Venezia negli anni '40.
Il Venezia negli anni ’40.

Eppure in un lontano passato la Venezia del calcio è stata gloriosa: le gesta di Valentino Mazzola, la Coppa Italia e quel secondo posto maldigerito nell’Italia fascista hanno fatto storia, ma non bastano a fare la storia. I Neroverdi vivono uno stanco dopoguerra e solo il fallimento degli anni Ottanta – paradossalmente – dà nuova linfa al pallone marciano. Nasce l’Unione Venezia Mestre, un ircocervo che fa discutere e divide gli ultrà, ma rimette la palla al centro: è il 1987, l’inizio dell’era Zamparini, che porta gli arancioneroverdi nel giro di qualche anno alla conquista della serie B dopo ben ventitré anni.

Novellino, Pippogol, le prodezze del Chino: il Venezia in Serie A

Bisogna però aspettare il 1998 perché i sogni più reconditi si avverino: il Venezia guidato da Walter Novellino chiude la stagione della serie cadetta al secondo posto (dietro la Salernitana) e torna in Serie A dopo più di mezzo secolo. Gli acquisti passano tutti alla storia del calcio lagunare, per un motivo o per l’altro: Pippo Maniero e il goleador di stagione, Massimo Taibi è la saracinesca in porta, Kenneth Zeigbo è l’oggetto misterioso, il mitico Tuta è al centro di scandali veri o presunti; a loro si aggiungono quelli della vecchia guardia: il capitano Luppi, il mastino Iachini, il bomber Stefan Schwoch. Però l’inizio di stagione non è esaltante e servono alcuni innesti a metà anno per trovare il passo giusto; il vero colpo è l’arrivo in prestito di un giovane Alvaro Recoba, detto El Chino, dall’Inter, che prende la squadra per mano e la porta non solo alla salvezza, ma a un undicesimo posto che potrebbe valere l’Intertoto – ma la squadra rinunciò per ragioni economiche. Ci concediamo un pochino di amarcord:

A fine stagione Recoba torna all’Inter, Taibi  va a prendere 11 gol in 4 partite al Manchester United, Novellino passa alla guida del Napoli e la squadra si sfalda. Il sogno sta per finire.

Il lento declino dei Duemila

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Paolo Poggi al Venezia nei Duemila

All’inizio del nuovo millennio il Venezia fa la spola tra A e B per due-tre anni, finendo nei guai dopo che Zamparini smantella la squadra e abbandona il progetto – ufficialmente per questioni legate alla costruzione, mai avvenuta, del nuovo stadio – e che i nuovi reggenti si dimostrano inadatti al ruolo: Dal Cin, Gallo, Poletti, Golban: dal 2005 al 2009 la società – con nomi diversi – fallisce due volte. La rinascita porta ancora una volta il nome di Unione, ma né Enrico Rigoni né Yuri Korablin vogliono o riescono a dare alla squadra la scossa necessaria per tornare ad alti livelli: al purgatorio della serie D seguono tre anni tra la prima e la seconda divisione di Lega Pro e, nonostante i proclami societari, la serie B rimane solo una velleità della stagione ’13-’14, poi conclusasi con un neutro decimo posto. I pochi ma agguerriti tifosi fondano in questi anni l’associazione Venezia United a supporto della squadra, organizzano gli abbonamenti, le trasferte, sono un punto di riferimento per le info legate alla società.

Serve a poco anche questo, purtroppo. Anche il presidente Korablin, in cui erano state riposte molte speranze, a un certo punto si defila; anche lui, si dice, demoralizzato dall’impossibilità apparente di costruire il nuovo stadio in terraferma, nonostante il progetto Green Venice Arena fosse all’avanguardia e sul punto di partire. E due giorni fa ecco l’annuncio: anche quest’Unione getta la spugna, si dà l’addio alla Lega Pro e il calcio a Venezia, ancora una volta, fallisce.

Ora è il momento del toto-nomi per sapere chi fonderà la nuova squadra, ripartendo si presume almeno dalla serie D: Joe Tacopina potrebbe ritentare dopo la poco rosea esperienza col Bologna e guidare una cordata italo-americana; l’imprenditore Vincenzo Marinese, già a.d. neroverde per un breve periodo prima dell’arrivo dei Poletti; Luca Castagna, già presidente del Laguna Venezia.

Niente di concreto, ancora; vedremo nei prossimi giorni. E speriamo che anche in laguna si possa tornare, finalmente, a giocare a calcio.