Riflessioni fantacalcistiche.

Ci stiamo pensando da un pochino di tempo: tornare a fare il fantacalcio.

Gioco bizzarro, il fantacalcio, che ti porta talvolta a tifare contro la tua squadra del cuore perché, accidenti, ieri il mio portiere ha preso due gol, m’ha segnato il centrocampista ma ora deve far bene l’attaccante che, mannaggialamiseria, gioca nella squadra avversaria.

E lo sapevo io che dovevo comprare questo invece di quell’altro! Questo qui gioca poco e segna mai. E allora mi faccio tutta una serie di conti, un prospetto aziendale, una tabella excel, vendo la riserva, compro la controriserva perché poi così ho i soldi per comprare il tizio che costa di più di quello che ho che costava di più prima ma poi s’è rivelato una sega.

Ci consumo un po’ d’impronte digitali sulla calcolatrice, ma poi ce la faccio: andata.

Arriva la domenica, sono sicuro che ‘sto giro va che è una meraviglia: ho infoltito la difesa per guadagnare il bonus e comprato l’attaccante nuovo che finora ha fatto 98 gol in 10 partite, una vera bomba, di quelli che ti fa beccare 40 punti da solo, un portento della natura. Strappo muscolare: fuori quattro mesi.

Ma al di là delle sfighe (o forse anche per quelle), il fantacalcio porta con sé un’aroma dal sapore antico, di gioco alla vecchia maniera, di quelli che poi ci s’incontra il lunedì mattina al bar con gli amici, a sfogliare il giornale davanti al caffè e tirare qualche smadonnata in compagnia.

Sì sì, preparatevi a sentircene lamentare, in futuro!

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