Quanto sei bbbella Roma!

Roma non ha fatto la stupida, ieri sera: allo stadio Olimpico – nella prima partita del girone E di  Champions League – i figli della lupa hanno fermato gli extraterrestri del Barcellona, i campioni in carica. La partita è finita 1-1, con gol di Suarez al 21′ e pareggio dieci minuti più tardi grazie a una recobata di Florenzi, che se ne frega beatamente di trovarsi davanti alla squadra più forte del mondo, e tira una mina da centrocampo, segnando.

roma barcellona nainggolan rafinha
Naingollan scaccia una mosca dal ginocchio di Rafinha.

Ma al di là del risultato e dei marcatori, che probabilmente già conoscevate, ci preme sottolineare l’importanza della prestazione della squadra di Garcia: una squadra schierata a culo coperto, con un prudente 4-5-Dzeko, che in fase difensiva era pronto a diventare un 9-Dzeko-0; corta, compatta, mai disunita anche sotto i colpi delle fiammate di Messi e compagni, che vestono la divisa azzurra da trasferta e rischiano di far la fine degli omocromi colleghi del Manchester City. Il Barcellona rischia, eccome: di cedere ai contropiedi veloci della Roma e di sacrificare le ossa ai tacchetti di Nainggolan, ieri più che mai in versione omicida; e infatti il povero Rafinha resiste in campo due minuti secchi e poi se ne esce con un ginocchio spettinato e rischia un lungo stop per infortunio. E poi c’è Florenzi, capace di regalarci orgasmi multipli con chiusure difensive e ripartenze veloci, coronati da un gol che finirà negli annali o quantomeno nella pubblicità di un qualche prossimo spot di Sky.

Guardavamo la partita e immaginavamo la faccia di Zeman, ospite in una nota trasmissione televisiva, mentre si mangiava metaforicamente una quintalata di letame: lui una Roma così non l’ha mai vista. E immaginavamo poi i pensieri di Luis Enrique, che le sue rivincite se le è belle che prese, mentre la Roma contro il suo Barcellona sembrava il Manchester, e tre anni fa il Chievo contro la sua Roma sembrava il Barcellona. Finalmente una squadra che tira fuori le palle – di cuoio o meno che siano – ed è pronta a farsi valere: se non cade nell’annoso vizio italiano di perdere 4-0 con le squadrette del menga tipo il Bate, potrà togliersi – e toglierci – qualche soddisfazione.

Daje Roma, avanti così.