Due giornate sono sempre troppo poche per giudicare, tuttavia si può trarre qualche indicazione e individuare i punti forti e quelli deboli delle varie squadre in lotta. La Premier League, considerata il campionato più bello del mondo, è iniziata appena una settimana prima della Serie A nostrana, e già gli esperti (o presunti tali) si sono lanciati in commenti, giudizi e sentenze definitive. Proviamo ad analizzare la situazione con maggiore tranquillità, e vediamo come stanno andando le cose Oltremanica.
Manchester City: i campioni in carica sono anche quelli più attesi, si sa che riconfermarsi è sempre più difficile. Dover aver vinto la Community Shield contro il Chelsea, i Mancio Boys collezionano il secondo 3-2 di fila avendo la meglio sul Southampton, ma nel posticipo di ieri vengono bloccati dal Liverpool sul 2-2. Mancini è stato molto critico verso la dirigenza nelle ultime settimane, ritenendola colpevole di non essere intervenuta sul mercato (è arrivato il solo Rodwell dall’Everton). Ma gli auspici sono più che positivi: l’Europeo disputato da Balotelli e il perdono della pecora nera Tevez fanno ben sperare in attacco, nonostante l’infortunio di Aguero (1 mese di stop).
Manchester United: dopo un avvio brusco (sconfitta contro l’Everton per 1-0), lo United torna all’Old Trafford e, non senza qualche fatica, si impone sul Fulham per 3-2. La sensazione è che Ferguson debba ancora trovare la quadratura del cerchio dopo gli innesti di Kagawa e Van Persie, i più positivi sabato contro i Cottagers. Inoltre gli infortuni di alcuni uomini-chiave (Ferdinand e Rooney su tutti) rischiano di danneggiare la squadra nell’immediato. Ma non disperate: sono ormai 26 anni che Sir Alex riesce a sorprenderci ogni anno, perciò possiamo stare sicuri che a maggio lo United starà ancora lottando per il titolo.
Chelsea: i campioni d’Europa sono l’unica squadra a punteggio pieno, ma hanno anche giocato una partita in più, contro il Reading (anticipata a causa della Supercoppa Europea). In estate sono arrivati i gioiellini Marin, Oscar e Hazard (65 anni in 3) che hanno alleviato il dolore per l’addio di Drogba, andato a svernare in Cina. Il francese ex Lilla ha subito incantato, con il suo gioco frizzante e veloce, mentre il brasiliano (pagato ben 31 milioni) può diventare il leader del centrocampo, ricevendo il testimone da Lampard. Se Essien riuscirà a disdire l’abbonamento con gli infortuni, e se Torres tornerà quello decisivo, il Chelsea si candida come un avversario durissimo da battere.
Arsenal: ennesimo inizio traumatico per i tifosi di Londra Nord. L’anno scorso videro partire Fabregas e Nasri, a pochi giorni di distanza, e poco prima della fine del calciomercato, quest’anno idem: Van Persie e Song, altri due pilastri, hanno preferito Manchester (sponda United) e Barcellona, dopo anni e anni di limbo, tra promesse non mantenute e speranze disilluse. Se il centrocampista è stato sostituito degnamente con l’arrivo di Santi Cazorla, migliore in campo nelle prime due gare, lo stesso non si può dire dell’ex-capitano olandese, capocannoniere di Premier lo scorso anno: sono arrivati Podolski e Giroud (miglior goleador della Ligue 1 2011/12), che si aggiungono ai vari Gervinho, Walcott, Arshavin, Chamakh. Basta guardare un semplice dato: 2 partite, 0 gol fatti, pochissime occasioni da gol costruite. Wenger dovrà essere davvero bravo a inventarsi qualcosa, perchè la qualità di certo non manca, ma forse gli strumenti non sono ben accordati.
Liverpool: i Reds sono partiti nel peggiore dei modi, andando a perdere 3-0 in casa del WBA. Il tecnico Rodgers, arrivato dallo Swansea, deve ancora trovare la quadratura del cerchio, sebbene ieri sia riuscito ad agguantare un pareggio coi campioni del City. L’unico acquisto degno di nota è il talento italiano Borini (già allenato dal mister proprio allo Swansea), che può portare freschezza e vitalità in un attacco dove il più estroso, Suarez, deve convivere con Carroll, più simile ad un robot arruginito che ad una punta dal valore di 41 milioni (giocatore inglese più pagato). Ma difesa e centrocampo sono ancora pieni di giocatori mediocri, per cui è facile aspettarsi un’altra stagione altalenante.
Tottenham: Villas Boas, dopo la pessima stagione coi Blues, si sposta a nord di Londra per provare a risollevare gli Hotspurs. Ma anche qui sembra partire col piede sbagliato: 2-1 a Newcastle alla prima giornata, 1-1 in casa col WBA. Il mercato non è stato dei più soddisfacenti: sono arrivati Vertonghen, difensore centrale ex Ajax ambito da mezza Europa, ed Adebayor, riscattato dopo i 17 gol della scorsa stagione; ma allo stesso tempo se ne sono andati Corluka, Bassong, Kranjcar, Pienaar, Saha e Modric, ceduto proprio oggi al Real Madrid per 30 milioni. Nonostante questi cambiamenti, il materiale a disposizione di AVB è molto buono: vedremo se lo Special Two sarà in grado di amalgamarlo come si deve.
Everton: i Toffees sono, ormai da anni, una delle squadre più anonime d’Inghilterra. Partono quasi sempre male, verso dicembre-gennaio si assestano a metà classifica, e da lì non si schiodano più fino a fine anno. Ma quest’anno le cose potrebbero cambiare, dopo 2 vittorie in due gare, prima in casa nientepopodimeno che contro i Red Devils di Ferguson, la seconda a Birmingham, un secco 3-1 all’Aston Villa. Il mercato non ha portato nessuno, se non il riscatto di Pienaar, ma David Moyes ha saputo costruire un gioco anche senza spese folli. Il faro della squadra è senza dubbio Fellaini, uomo-partita contro il Manchester (suo il gol dell’1-0 finale) e marcatore anche sabato, collaudato da Pienaar in fase di regia; davanti l’uomo nuovo è Jelavic, in cerca di conferma dopo la buonissima prima stagione in maglia blu. L’Everton è un’incognita, ma potrebbe risultare una spina nel fianco per le grandi squadre: vincere a Goodison Park è difficilissimo, chiedete a Sir Alex.
Swansea: l’addio di Rodgers, il tecnico della promozione (prima) e della salvezza (poi), sembrava aver tagliato le gambe ai gallesi. E invece è bastato l’arrivo di Michael Laudrup in panchina e di Michu in attacco, e lo Swansea si trova ora seconda a punteggio pieno con l’Everton, con 8 gol all’attivo (gli stessi del Chelsea) e 0 subiti (2 in meno del Chelsea). I ragazzi dell’ex stella danese promettono di essere una delle sorprese del campionato, e per ora non guardano in faccia a nessuno: 5-0 a Londra in casa del QPR la settimana scorsa, 3-0 contro il West Ham l’altro ieri. Finora, la rivelazione più bella.
Newcastle: la squadra rivelazione della scorsa stagione è partita con una fumata grigia: 2-1 in casa contro il Tottenham, sconfitta per 2-0 allo Stamford Bridge. Gli uomini di Pardew non sono più una sorpresa, ma sono ormai ben conosciuti dagli avversari, che hanno qualche arma in più per inibirli. Sarà dura ripetere la stagione appena passata, ma è lecito aspettarsi una qualificazione in Europa.
2^ giornata:
Swansea-West Ham 3-0 (20′ Rangel, 29′ Michu, 64′ Graham)
AstonVilla-Everton 1-3 (3′ Pienaar, 31′ Fellaini, 44′ Jelavic (E), 74′ El Ahmadi (AV))
Manchester United-Fulham 3-2 (3′ Duff (F), 10′ Van Persie, 35′ Kagawa, 41′ Rafael, 64′ aut. Vidic (MU))
Norwich-QPR 1-1 (11′ Jackson (N), 19′ Zamora (Q))
Southampton-Wigan 0-2 (51′ Di Santo, 89′ Konè)
Sunderland-Reading rinviata per maltempo
Tottenham-WBA 1-1 (74′ Assou-Ekotto (T), 90′ Morrison (W))
Chelsea-Newcastle 2-0 (22′ rig. Hazard, 48′ Torres)
Stoke City-Arsenal 0-0
Liverpool-Manchester City 2-2 (34′ Skrtel (L), 63′ Y.Tourè (MC), 66′ Suarez (L), 80′ Tevez (MC))
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