Perché Campedelli non si poteva non esonerare.

Ognuno di voi ci può arrivare, ma vediamo di metterlo nero su bianco (visto che di Cesena si parla…).

Partiamo dal fatto principale, il fattore scatenante di tutta la faccenda: Nicola Campedelli era un raccomandato del cavolo. Tutti i principali quotidiani sportivi, al momento del suo esonero, hanno puntato molto sull’aspetto famigliare, sul rapporto in crisi tra il presidente Igor e l’ormai ex allenatore del Cesena Nicola, ignorando o fingendo d’ignorare il fatto che se i due non fossero stati parenti, il buon Nicola sulla panchina bianconera non ci sarebbe mai finito.

Forte, si fa per dire, di due non proprio esaltanti esperienze in serie D, Campedelli jr. è diventato quest’estate il mister della squadra di famiglia sotto i nasi storti di chiunque mastichi calcio e forse non solo; ha preso in mano una squadra appena retrocessa e attrezzata per tornare subito nella massima serie, ma ha iniziato il suo campionato con due sconfitte, due gol fatti e dieci subiti in tre partite. Non esattamente un ruolino di marcia da promozione.

A questo punto il fratello Igor non poteva non esonerarlo, perché pochi allenatori sarebbero resistiti per più tempo dopo un disastro iniziale di queste proporzioni, dopo sostanzialmente aver dimostrato di non saper allenare; se Campedelli sr. non avesse esonerato Campedelli jr. la piazza sarebbe andata in rivolta: “lo tiene là perché è il fratello e la squadra intanto fa figure di merda!”

Un po’ ci spiace, perché già pregustavamo qualche striscione fantasioso sull’argomento, ma a ben vedere Campedelli non si poteva proprio non esonerare.

Sulla panchina bianconera torna il buon Bisoli, che a Cesena (solo a Cesena, a dire il vero) ha lasciato ottimi ricordi.

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