Nei posticipi del lunedì cade l’Inter e risorge il Napoli.

I posticipi del lunedì hanno sancito alcune verità indiscutibili. L’Inter, dopo aver superato la Juve, è rimasta a specchiarsi sul Po, dimenticandosi che il campionato è fatto di tante altre partite. Il Napoli, senza Cavani e Pandev, si mette una benda sull’occhio per diventare corsaro in terra sarda, eportandosi al secondo posto solitario in classifica.

Andiamo per ordine cronologico. Alle 19, fari puntati sullo stadio Is Arenas finalmente pieno in tutti suoi settori. Cagliari e Napoli danno vita ad un match piacevole ed equilibrato, dopo circa venti minuti di studio. Ci pensa Insigne a far tremare la porta di Agazzi con le sue scorribande e un palo clamoroso. La banda di Pulga-Lopez non sta certamente a guardare, mettendo in difficoltà la retroguardia campana con le incursioni di Nené e Thiago Ribeiro. Ci sarebbe anche un possibile rigore per fallo di Gamberini su Conti ma l’arbitro non fischia. Nella ripresa Cannavaro rischia l’autogol, anticipando Sau e colpendo la propria traversa. Nainggolan sfiora il montante con un preciso destro dalla distanza ma il brivido rimane tale sulla schiena dei napoletani. Quando la partita sembra destinata al pareggio senza reti, ci pensa maldestramente Ekdal a servire Hamsik in posizione favorevole dentro l’area di rigore. Lo slovacco non può che ringraziare e freddare Agazzi, facendo scendere l’inverno nei cuori dei tifosi rossoblù e la primavera in quella dei supporter azzurrini.

A Parma, invece, va in scena uno spettacolo deprimente per Stramaccioni. Stavolta l’attacco non funziona. Il tridente è spaesato e Milito, a cui non arriva una palla giocabile, fa diversi sonnellini sulla morbida erba del Tardini. Ci pensa allora Guarin ad impegnare Mirante sia nel primo che nel secondo tempo con vere e proprie cannonate dalla distanza. Il Parma è vivo. Prima Amauri e poi Biabany fanno timbrare spesso il cartellino ad Handanovic, pronto a respingere ogni loro offensiva. La difesa interista però è la vera protagonista del gol-capolavoro di Sansone: il baby-attaccante dei ducali prende palla a centrocampo e, rapido come una saetta, fa 30 metri di campo con la palla al piede senza che nessuno opponga una minima resistenza. Arrivato sul limite dell’area scaglia un rasoterra imparabile per il portiere sloveno dell’Inter che, maledicendo Samuel e Ranocchia, regala delle inimitabili parolacce in sloveno a tutto lo stadio. L’inter, scioccata, non si riprenderà e il Parma gestirà un vantaggio che porta 3 punti d’oro per la classifica.

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