Nell’anticipo di mezzogiorno il Napoli schiaffeggia il Pescara. Dolorosamente e con grande efficacia. Partenza sprint per i giocatori di Mazzarri che al 15′ vanno avanti di due gol. Inler tira fuori una bomba da fuori area che annichilisce Perin mentre Hamsik, “sombrera” un difensore prima di trovare l’angolino della porta pescarese.
Dopo, un lampo. Un figlio di Odino e fratellastro di Thor, tale Bjarnason, spunta di testa e brucia la retina, accorciando le distanze e moltiplicando i dubbi dei tifosi: ma questo chi cazzo è? Si scoprirà che Stroppa se l’era dimenticato o non riusciva a vederlo, fatto che sottolinea la miopia dell’ex allenatore, visto che Bjarnason è la cosa più bionda mai apparsa sulla Terra.
La ripresa è segnata dai tentativi degli attaccanti napoletani e dalle minchiate dei difensori napoletani. Alla fine è Cavani a vestirsi da Alberto Tomba ( so che riceverò insulti per questo paragone) e, dopo uno slalom ubriacante, ottiene rigore ed espulsione di Bocchetti. Lo stesso matador realizza dal dischetto e chiude i conti.
Pochi minuti dopo Cavani concede il bis (oltre ad aver preso due pali esterni) seppellendo il povero Perin di pallate continue. Poi l’episodio più strano del match. Rigore dubbio per il Pescara e sulla ripartenza, Insigne, lanciato da solo verso la porta, viene fermato perché l’arbitro fischia un fallo a centrocampo chiedendo poi scusa allo stadio e ricevendo solo una marea di “cornuto!”. Ancora peggio fa la panchina che consola Insigne: “segnerai il prossimo” per poi sostituirlo dopo 5 minuti. Una presa per il culo totale insomma.
Nel finale c’è tempo per il quinto gol, la doppietta di Inler, fatto più unico che raro. Il Napoli risponde alla Juve e torna a meno due. Ora si attendono le risposte di Inter, Lazio, Roma e Fiorentina.
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