In un qualsiasi torneo agonistico chi arriva secondo ha perso. Figuriamoci come può essere perdere una finale europea, olimpica, mondiale. Arrivare tra le prime quattro è sempre un risultato di grande prestigio, ma lo puoi considerare alla stregua di una vittoria (pur di serie B) solo se sei la Costa Rica – per la quale nutriamo un grande rispetto visti i risultati insperati.
Ma se i mondiali li giochi per vincerli, arrivare terzo o quarto non fa differenza: la tua sfida l’hai già persa, ed era quella di arrivare in finale. Ditelo voi ai brasiliani, che per i mondiali hanno obliato la miseria, che possono pur sempre arrivare terzi; ditelo voi ai neerlandesi, sempre in corsa e mai in finale, che possono ‘vincere” l’ennesima medaglia. La medaglia dello sconfitto.
Il podio di un torneo non è come quello di una corsa, dove ci si gioca tutto sul filo dei decimi, dei centesimi, dei millesimi di secondo. Chi non vince un torneo, lo sa già da giorni: di arrivare terzo non gliene importa un accidente.
Se pure una vecchia volpe come Van Gaal deve inventarsi improbabili statistiche per motivare i suoi per l’ultima partita, per vincere il match degli umiliati, allora aboliamola: stasera alle 22:00 (ora italiana) si gioca la finalina inutile tra Brasile e Olanda, due squadre che vorrebbero ormai solo lasciarsi alle spalle questi mondiali. Facile che vinca la noia, ma se la prendono con filosofia, assisteremo forse a una godibile amichevole estiva: grazioso; ma ne sentivamo il bisogno?