Milan, El Shaarawy e nulla più: 0-0

Il Milan debutta con un deludente 0-0 in Champions League contro un modesto Anderlecht e dà seguito alla crisi di gioco e risultati di questo inizio di stagione. Ancora zero successi in casa, con altrettanti gol segnati. Un ruolino di marcia che inguaia sempre più il tecnico Allegri.

Fino all’anno scorso anche in periodi di crisi il DNA europeo del Milan risvegliava l’ambiente non appena si avvertivano le note dell’inno della Champions; ma questa è tutta un’altra squadra, che ha perso la propria identità vincente e si è ben presto ridimensionata.

Non poteva cambiare molto in tre giorni rispetto alla gara con l’Atalanta, e così è stato. Allegri ritrova Mexés in difesa e schiera Pazzini unica punta, supportato da Emanuelson e Boateng, con Flamini a centrocampo insieme a Nocerino e De Jong. Primo tempo assolutamente negativo, col pallino del gioco costantemente in mano ai belgi, seppur senza grosse occasioni da gol concesse dal Milan. È anzi Flamini a trovarsi sui piedi il pallone buono, ma si fa parare il tiro a due passi dalla porta. Poco dopo occasione anche per Boateng, che stoppa bene e tira al volo: attento Proto sul primo palo. Ci prova anche Emanuelson, ma la sua deviazione di prima non è abbastanza precisa. Sono solo lampi dei singoli a intermittenza, non frutti di un gioco fluido e corale. Il Milan mostra i soliti limiti: imprecisione, lentezza e incapacità di creare gioco. Manca un vero giocatore capace di dettare i tempi e trovare la giocata: De Jong a centrocampo si perde spesso col pallone tra i piedi, finendo col passarlo all’indietro ai difensori.

Nel secondo tempo pronti via e il Milan rischia la frittata su un uno-due dei più prevedibili in cui si lascia sorprendere Antonini: Biglia davanti ad Abbiati lo grazia sparando alto. Poco dopo entra El Shaarawy per uno spento Boateng e per qualche minuto il Milan cambia atteggiamento, mostrando sprazzi di squadra viva in campo. I belgi calano e i rossoneri prendono in mano la partita, creando più di un’occasione con Emanuelson e Pazzini: ma è proprio sulla testa del Faraone che capita la chance più ghiotta. Cross dalla sinistra di Emanuelson e grande risposta del portiere. L’Under 21 rossonero corre a tutto campo, cambia gioco, inventa, pressa e recupera palloni come in queste prime partite non lo si era mai visto fare. Il gol non arriva e pian piano il Milan si spegne di nuovo. Entra anche Constant, che si piazza dietro le punte quando ancora non è ben chiaro se il suo vero ruolo sia panchinaro di mediana o centrale del terzo anello, settore ospiti. La gara si trascina fino al fischio finale: 0-0 e via con i fischi.

Il Milan pareggia in casa contro la squadra più modesta del girone, mentre nell’altra partita un super Malaga travolge il favorito Zenit: la strada si complica e la situazione è sempre più drammatica. A Parigi vanno a segno Ibra e Thiago (a San Siro fischiato il gol del primo, osannato quello del secondo), alimentando nostalgie e rimpianti dei tifosi. Le fanfaronate di Galliani (“Con De Jong e Bojan colmato il gap, siamo da scudetto”) sono state presto smentite, e le dichiarazioni di un singhiozzante Allegri del dopo gara non lasciano sereni: “Non è tutto da buttare. Almeno non abbiamo subito gol, è già qualcosa”. Parole da perdente, di uno che non ha in mano la situazione e sembra aver mollato. Si dovrà ripartire dalla vitalità vista con El Shaarawy nella ripresa: a questo punto Allegri o chi per lui.

Comments are closed.