Partiamo dalla fine, ovvero dall’ultima partita (importante e decisiva) giocata. Tottenham – Norwich ottavi di finale di FA Cup (4 marzo 2020). Prima però consentitemi una piccola e necessaria premessa sulla FA Cup, ovvero la coppa nazionale nonché la più antica competizione calcistica istituita nel 1871. Vi avviso in questo articoli ci sono più digressioni che in una puntata dei Griffin.
Dunque, la FA Cup nella sua struttura e nella sua estetica possibilistica – aggettivo che nasce dall’incontro tra la possibilità scaramantica e la statistica rigorosa- è la cosa più vicina alla Divina Commedia nonché alla visualizzazione del miglior romanzo di espiazione e redenzione. Vi riporto fedelmente qui la sua formula: “La competizione è un torneo ad eliminazione diretta con partita unica (cioè senza andata e ritorno, caratteristica quasi unica) e con accoppiamenti completamente casuali – non ci sono teste di serie; il sorteggio determina anche quale squadra giocherà in casa. Se la partita finisce in parità, viene solitamente rigiocata sul campo dell’altra squadra; le ripetizioni in caso di pareggio prevedono oggi tempi supplementari e in caso di necessità i calci di rigore, benché in passato più ripetizioni fossero possibili e alcuni pareggi abbiano richiesto più di sei partite per decidersi.La competizione inizia in agosto, con il turno extra-preliminare disputato tra squadre che occupano posizioni alquanto basse nel sistema calcistico inglese, corrispondenti con le maggiori leghe dilettantistiche. Il maggior numero di squadre partecipanti alla manifestazione si è registrato nella stagione 2008-2009, quando scesero in campo 762 formazioni; il primato fu eguagliato l’anno successivo. Dopo il turno extra-preliminare, c’è un turno preliminare, quattro turni di qualificazione e 6 turni di competizione vera e propria, seguiti dalle semifinali e dalla finale. Tutte le squadre della Premier League, della Football League, della National League e delle tre leghe semiprofessionistiche locali[2] possono partecipare. Club estranei a queste leghe possono partecipare se hanno disputato nella precedente stagione FA Cup, FA Trophy o FA Vase e si ritiene giochino in una lega “accettabile” nella stagione corrente: nei fatti, ciò si traduce nelle leghe immediatamente inferiori a quelle semiprofessionistiche.[3] Tutte le squadre partecipanti devono avere uno stadio di capienza adatta e sicura.” (fonte wikipedia)
In pratica il sistema che sorregge l’intera competizione è una serie di gironi danteschi giocati a partita secca dove i peccatori più importanti entrano in gioco solo dopo che una schiera di demoni, satanassi, angeli caduti, e caronti alcolizzati si sono scannati tra loro per quattro mesi lontani dai riflettori e con la brama e l’asfissia di chi per troppo tempo ha aspettato il tempo di “uscir a rimirar le stelle.” Potenzialmente anche il Moneyfileds FC squadra fondata nel 1987 a Portsmouth e che gioca nel campionato regionale dell’Hampshire potrebbe vincere l’FA Cup. Potenzialmente, perché il Moneyfileds ha perso per 2-0 al secondo turno di qualificazione contro il Whyteleafe FC in agosto.
Torniamo però alla nostra Tottenham-Norwich e alla luce che si è accesa in quella partita, ovvero quella di Todd Cantwell, talentoso giocatore del Norwhic che, neanche a dirlo, è una mezz’ala. Le due squadre dopo aver concluso i 90 minuti + 30 supplementari sul risultato di 1-1 si apprestano alla danza cosmica dei rigori. La partita ha visto il Tottenham di Mourinho, con più di una riserva in campo, infrangere molte speranze di qualificazione sui guanti di Tim Krul il portiere olandese para rigori per eccellenza entrato nelle cronache calcistiche quando, nei quarti di finale dei Mondiali del 2014 contro la Costa Rica, il tecnico Van Gaal lo mandò in campo al minuto 120 proprio in vista dei calci di rigori. Krul, ovviamente, parò due rigori e l’Olanda approdò in semifinale. Per la cronaca anche quella partita si concluse ai calci di rigore ma, con Krul in panchina, l’Olanda venne eliminata dall’Argentina.
Tim Krul data la sua fama si era segnato su un foglio di carta tutti i tiratori del Tottenham e il modo in cui calciavano i rigori. Aveva poi incollato questo “pizzino” sulla sua borraccia che aveva a sua volta gettato incurante – almeno così voleva far credere ai tifosi avversari – dietro il palo destro e, ad ogni nuovo rigorista, gli veniva una sete incredibile. E così mentre beveva ripassava le coordinate e le geometrie predilette dal tiratore che si trovava davanti.In realtà è stato un membro dello staff del Norwich a scrivere sulla borraccia i nomi dei tiratori, mi piace pensare però che sia stata un’idea di Krul impossibilitato in quel momento a scrivere per via dei guanti da portiere.
Inizia la lotteria. Parte il Tottenham con il difensore Eric Dier (si proprio quello che una settimana dopo scavalcherà il cordone di steward e si arrampicherà tra i seggiolini per cercare il tifoso che lo aveva insultato). Dato il temperamento il tiro è un piazzato nell’angolino basso, secco e crudo.
Krul intuisce ma non para. 1-0.
Risponde il Norwich con il centrocampista scozzese Kenny McLean che tira un sinistro a mezza altezza dopo una colpevolissima occhiata sul lato che stava per scegliere. Vorm para. Si resta sull’1-0.
Secondo rigore, per il Tottenham va il Coco Lamela, fantasista argentino passato anche per l’Olimpico giallorosso. Krul da un parte e palla dall’altra. Solo che per altra si intende la traversa. Sempre 1-0. Pessimo modo di festeggiare il compleanno per il Coco.
Per il Norwich va l’attaccante irlandese classe 2001 Adam Idah. Piccolo balletto sul pallone e poi destro all’incrocio e Vorm nella direzione opposta. 1-1.
Giovanni Lo Celso sul dischetto. Krul da un’occhiata alla sua borraccia-taccuino ma nulla da fare, palla da una parte e lui dall’altra. 2-1 Spurs.
Il Norwich risponde con il centrocampista tedesco Marco Stiepermann. Tiro basso e angolato, il classico brutto ma vincente. 2-2
Per gli Spurs va Troy Parrot attaccante irlandese classe 2001 che in questa stagione aveva fatto il suo esordio a settembre nella partita di Coppa di Lega persa dai londinesi contro il Colchester United proprio ai rigori. Krul bullizza un po’ il giovane irlandese con saltelli e mani al cielo. Parrot fa anche lui un balletto ma l’olandese stavolta intuisce, vola nel lato giusto e neutralizza il tiro.
A questo punto il Norwich ha il suo primo match point e agli undici metri viene chiamato il nostro Todd Cantwell.
Prima di arrivare a quel turning point facciamo un passo indietro. Il terzo a questo puto. Todd nasce il 27 febbraio 1998 a Dereham un piccola città non distante da Norwich. Todd è un tifoso dei canarini, come viene chiamato il Norwich per i suo sgargianti colori sociali, per l’appunto, giallo e verde. Come già visto per Grealish e Foden, fa tutta le trafila delle giovanili per arrivare ad esordire il 17 gennaio 2018 proprio in FA Cup nella sfida persa ai rigori contro il Chelsea. In quella finestra di mercato viene mandato in prestito per sei mesi alla squadra olandese del Fortuna Sittard dove gioca 10 partire realizzando due reti e tre assist aiutando, così, nella promozione in Eredivise.
Ritornato in patria inizia la sua scalata verso la titolarità in quel Norwich che si impone in Championship (serie B) arrivando primo con 96 punti. Todd colleziona 24 presenze e alla sua prima da titolare, nella partita vinta 2-1 contro il Reading, sforna l’assist dell’uno a zero firmato Teemu Pukki. In quell’azione si può già capire qualcosa di quel ragazzo con la faccia da Backstreet Boys, i capelli lunghi biondi raccolti in un laccetto e un incredibile progressione alla Steve McManaman (che in una recente intervista ha detto che Cantwell non è pronto per una squadra come il Liverpool). L’azione nasce da una palla persa sulla quale Tood si fionda velocissimo superando compagni e avversari. Porta palla verso il centrocampo e dopo un solo tocco, indirizza un passaggio tagliato in diagonale sulla sua sinistra. Neanche il tentativo in scivolata del difensore del Reading riesce a fermare quella traiettoria. Tutto questo in circa dieci secondi se consideriamo anche la palla persa e il goal.
Il primo goal di Todd arriva, invece, il 1 dicembre 2018 contro il Roterham in casa. Stavolta le parti si invertono ed ecco che, con i canarini sotto di un gol, Teemu Pukki si trasforma in assist man. Dopo essersi sistemato un pallone che sembrava aver perso, l’attaccante finlandese si defila in area di rigore e quasi da fondo campo mette in mezzo una palla tesa e veloce. Todd, che ha seguito l’azione, si butta nello spazio lasciato dai due difensori e con un tocco di prima ad uscire mette la palla sotto la traversa. Il telecronista esplode di gioia e lo ribattezza “The boy from Dereham” come a dire il “nostro” ragazzo. Al 51° la partita è di nuovo in equilibrio ma il Cantwell show è appena iniziato. Tra fughe sulla fascia sinistra, rientri sul destro e recuperi a centrocampo, al 71° ecco che si materializza il meritato vantaggio. Jamal Lewis (di cui parleremo prossimamente) scarica dalla sinistra al centro per Cantwell. Todd sui venti metri si aggiusta la palla con il destro e poi fa partire un lancio alla Pirlo per l’accorrente Aarons che con una spizzata di testa insacca il 2-1. Per la cronaca la partita finirà 3-1.
Arriviamo così alla stagione in corso, stagione difficile che vede il Norwich attualmente ultimo. Il primo gol in Premier non tarda ad arrivare, ed il copione è lo stesso dell’ultima vota. Siamo alla terza giornata Norwich-Chelsea. Dopo il vantaggio di Tammy Abrham, i canarini non demordono e dopo aver riconquistato un pallone a centrocampo impostano una triangolazione velocissima al limite dell’area avversaria. Emiliano Buendia per Cantwell che apre di prima per Pukki, traversone basso e veloce e Todd si inserisce alla perfezione, anticipa il difensore e palla sotto le gambe del portiere Kepa. Il Chelsea torna in vantaggio con il goal di un altro talentino, Mason Mount, ma anche in questo caso il Norwich non demorde e l’azione del pareggio nasce da una splendida giocata di tacco di Cantwell che sulla trequarti libera Buendia che a sua volta lancia Pukki, il quale, pareggia in diagonale. Per la cronaca la partita finirà 3-2 per i Blues ma è chiaro che quel ragazzino con la faccia da cantante di una boy band degli anni ’90 e il numero 14 sulle spalle, ha qualcosa di speciale.
Due partite dopo nel match interno contro il Manchester City il copione non cambia. Ripartenza veloce dei canarini, Pukki lanciato in area preferisce l’assist al tiro e così apre sulla sua sinistra tagliando quasi tutta l’area. Non c’è bisogno di guardare o aspettare il compagno. Todd arriva lanciatissimo e a porta vuota insacca. Questa volta il Norwich si porta a casa anche i tre punti (3-2 risultato finale). Lo stesso schema si ripete, poi, anche alla 13esima giornata contro l’Everton. Pukki tiene palla al limite la scarica e nello spazio libero, arriva Cantwell che si porta avanti la palla con l’esterno destro e con lo stesso piede batte il portiere in uscita sul suo angolo. Una giocata difficile e fatta in una manciata di secondi. Finirà 2-0 per il Norwich.
Nella partita successiva, in casa contro l’Arsenal, l’assist man è Hernandez ma la trama è sempre la stessa. Palla dal limite dell’area verso quel centro che in un attimo da vuoto diventa pieno con Todd che si fionda sul pallone e con solo due tocchi arriva a rete. Inserimento, capacità di vedere lo spazio e tiro immediato sono diventati un marchio di fabbrica. I goal contro Wolverhampton e Crystal Palace, rispettivamente il suo quinto e sento stagionale, ribadiscono questo concetto.
E così finalmente torniamo ai nostri rigori. Il Norwich, dopo la parata di Krul su Parrot, ha il suo primo match point. Tood si avvicina tranquillo verso l’area di rigore. Tutto lo stadio lo fischia. La curva del Tottenham – anche se con il nuovo stadio non si può parlare né di curva né di terrace, ovvero la storica gradinata inglese che ormai sopravvive solo in pochissimi stadi – diventa un muro che si agita a ritmo. Basterebbe volgere lo sguardo per un attimo a quel saltellare ipnotico per perdere tutta la concentrazione fiducia in se stessi. Todd lo sa benissimo e soprattutto sa che, oltre ad una stagione a livello personale fin a questo momento stupenda, deve dare qualcosa alla sua squadra, deve riscattare un ultimo posto bugiardo. E allora si isola. Lo sguardo sembra assente. Il telecronista percepisce il momento e lo definisce “pressure penalty”. Todd prende il pallone e, prima di sistemarlo sul dischetto, inizia a palleggiare. Incurante. Uno, due, tre, quattro e cinque. Il pallone adesso è sul dischetto e come direbbe Vasco Rossi “tutto il mondo fuori”. Todd parte con piccoli passi poi accelera improvvisamente e piazza la palla sotto l’incrocio. Mentre la palla ancora rotola in rete, si porta l’indice alla bocca e zittisce tutti. Tutti, tranne ovviamente i suoi tifosi che dall’altra parte del campo fanno arrivare uno “yesssss” in differita che smuove lo stadio.
L’ultimo match point e nelle mani nuovamente di Tim Krul ma questa sarebbe l’ennesima digressione e ora che abbiamo scoperto il talento di Cantwell non possiamo più allontanarcene.
(Per l’immagine di copertina, fonte Twitter.)