Le troppe chiacchiere di Zeman: come gettare benzina sul fuoco.

Purtroppo parlare lentamente non equivale a parlare poco. Zdenek Zeman lo sa perfettamente e ogni sua parola, nonostante venga proferita come un pesante bisbiglio, costituisce un masso che rotola giù per un pendio diventando una temibile valanga.

Intendiamoci, Zeman è un grandissimo allenatore. Un innovatore che ha rivoluzionato il mondo del calcio. Un genio della tattica e del divertimento. Un uomo serio e preparato che, pur avendo imparato perfettamente la nostra lingua, non ha compreso il significato della parola diplomazia.

Una delle doti principali del tecnico boemo è certamente la sua sincerità. Il problema nasce quando questa peculiarità viene utilizzata come una sorta di gioco mediatico in cui il mondo del giornalismo alimenta e compone le proprie pagine. Ogni settimana, durante le conferenze stampe della Roma, piomba puntuale la domanda rivolta a Zeman sulla Juve o sul doping, volta esclusivamente a creare un titolo per il giorno dopo e a sviluppare le reazioni spropositate nelle due fazioni differenti di lettori.

Stimo troppo l’intelligenza di Zeman per credere che egli non si sia accorto di tutto questo meccanismo giornalistico che ruota attorno alle sue parole e convinzioni. Rimanendo lontano dall’élite del calcio che conta forse anche il boemo è contento di questi riflettori puntati direttamente sul suo viso rugoso ma spesso quest’attenzione si rivela essere nociva anche per lui e non solo per l’intero movimento.

Non credete che stia parlando di censura o altre cavolate simili. Sottolineo solo il fatto che le parole avrebbero maggiore efficacia quando sono pronunciate con i tempi e le modalità giuste. Parlare ogni singolo giorno fa precipitare anche la credibilità dell’oratore, facendo passare in secondo piano ciò che in realtà dovrebbe essere sottolineato fortemente.

Il calcio italiano ha bisogno di maggior giustizia e minor chiacchiere. Zeman farebbe meglio a scegliere le sue battaglie come ha fatto in passato invece che esprimere, sempre e comunque, la propria opinione di fronte a domande trabocchetto fatte da giornalisti che ricercano risposte sensazionali per alimentare polemiche e risvegliare l’odio dei tifosi.

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