Il Catania si ferma al palo. Il Cagliari esce illeso dal Massimino.

a_catania_un_punto_prezioso_per_il_cagliari_1_1_bergessio_risponde_a_vecino_espulso_avelar-0-0-394337

Un’altra gara decisiva, per il Catania di Maran, tra le mura amiche del Massimino. Questo era l’incipit da cui è partita la disfida tra gli etnei e i cagliaritani. Dopo la bella vittoria con la Lazio, l’imperativo dei siciliani era quello di sopraffare la squadra di Lopez, rilanciarsi in campionato e ridurre le distanze con una diretta concorrente per la salvezza. Desideri che si sono infranti sui legni della porta di Avramov, uno dei grandi protagonisti di giornata.

La prima botta è di Biraghi: un difensore con la dinamite nel piede. Palla tesa che si flette e recupera velocità nell’avanzare: un suono secco, quello del palo che respinge un tiro quasi perfetto. Quasi, per l’appunto. Mani nei capelli anche per chi, come Maran, li ha già perduti tutti.

La seconda occasione è di Spolli: un altro difensore, stavolta abile nel gioco aereo. La sua testa svetta in area e intercetta il pallone che, scavalcando il portiere immobile, plana rapida sulla traversa. Stacco imperioso e impatto quasi perfetto. Anche stavolta è quel “quasi” a fare la differenza. Lo stadio in quel momento si dispera perché tutto diventa lampante: sarà una di quelle partite maledette che non si possono vincere, quelle partite che accelerano il battito del cuore inutilmente e che i tifosi, alla fine, riescono solo a odiare (nonostante l’incitamento e l’orgoglio provato per i propri paladini).

Vecino (secondo gol consecutivo) e Lodi (Bergessio pare solo sfiorare la punizione del centrocampista) fissano il tabellino di una gara assai combattuta e ben giocata. Alla fine però sorridono solo i sardi: gli unici ad apprezzare questo punticino perché arrivato in trasferta, contro una diretta concorrente per la salvezza e frutto di una notevole dose di buona sorte. Ancora una volta, ne siamo sicurissimi, la scaramanzia celliniana deve aver colpito nel segno.

Comments are closed.