Ci sembra ormai di ascoltare un disco rotto: il Comune di Quartu non accetta la richiesta del Cagliari di giocare la prossima partita casalinga dei rossoblu allo stadio Is Arenas. Ce lo ascoltiamo una volta ogni due settimane (se ci va bene) e pare davvero non esserci pace per i tifosi sardi.
Che lo stadio sia una mezza ciofeca (mezza?) lo sappiamo ormai da tempo immemore e ne riceviamo conferma ogni quindici giorni circa: inagibile, ingestibile, improponibile, inguardabile, ignobile, imbarazzante, immondo… sono solo alcuni degli aggettivi inizianti per i che il Comune e la Prefettura hanno usato per definire di volta in volta Is Arenas (e ogni tanto anche Cellino…) e giustificare l’ennesimo rifiuto di concessione d’utilizzo dell’impianto.
Da veneziano, guardo il vecchio Penzo e un po’ mi vien da piangere: noi almeno una tribuna in mattoni, almeno una (ma gloriosa), ce l’abbiamo; almeno il nostro stadio è vecchio d’un secolo, non è stato fatto l’anno scorso. A Cagliari non solo non giocano a Cagliari, ma è stato costruito uno stadio talmente infame (ecco un altro aggettivo che inizia per i) che non si può giocare proprio. E se si può, senza il pubblico.
Che tristezza.
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