Gli animalisti contro Casey Stoner e Zlatan Ibrahimovic, novelli Guglielmo Tell.

Il 16 settembre Casey Stoner potrebbe ricevere un’accoglienza certamente non pacifica a Misano. Il motociclista australiano, che ha annunciato il ritiro a fine stagione, pare ami dilettarsi in riva ad un fiume o dietro un cespuglio. Niente di particolarmente scabroso non vi preoccupate, solo un hobby comune a tanti altri uomini più o meno noti: la caccia e la pesca. Per il pilota della Honda rappresenterebbero un modo per rilassarsi contro lo stress delle competizioni. Frammenti di tempo in cui Casey riesce a trovarsi perfettamente a suo agio in mezzo alla natura, dimentico del rumore e della pericolosità delle moto.

Gli ambientalisti però lo accusano di praticare la caccia in maniera violenta e crudele. Pare infatti che Casey ami usare arco e frecce come Guglielmo Tell, un modo per infliggere più dolore alle prede, costrette a morire dopo un lungo periodo di agonia. Una freccia, infatti, solitamente colpisce ma non uccide, costringendo il cacciatore a colpire più volte prima di constatare il decesso dell’animale.

Gli attivisti di “centopercentoanimalisti” hanno così affisso un emblematico striscione proprio all’interno del circuito di Misano, scrivendo una frase in inglese di facile interpretazione “This would be a champion?”, (Questo sarebbe un campione?) Lasciamo a voi lettori ogni possibile risposta a questo quesito. Rimane il fatto che, se il pilota dovesse gareggiare nel prossimo weekend, il clima potrebbe anche arroventarsi sempre più, causando problemi che non riguarderebbero affatto il mondo del motociclismo.

Qualche mese fa, gli animalisti avevano preso di mira un altro fuoriclasse dello sport e appassionato di caccia: Zlatan Ibrahimovic. Pare infatti che il calciatore svedese, deluso dall’eliminazione ai recenti Europei di calcio, avesse comprato una piccola isola in patria per praticare la caccia al cinghiale e al cervo. Si tratterebbe dell’isola Davenso, nel lago Mälaren, a ovest della capitale Stoccolma. Cinquecento ettari disponibili per dedicarsi anche alla pesca di persici e lucci oltre che all’uccisione di splendidi animali. Una passione che Ibra potrebbe aver portato con sé anche a Parigi. Chissà se lo vedremo mai pescare direttamente sulla Senna anche se, visto l’inquinamento, potrebbe acchiappare solo il pesce triocchiuto di simpsoniana memoria.

Tempi duri per gli sportivi amanti della caccia, bersagli di azioni pacifiche ma dall’assoluto rimbalzo mediatico. Risulteranno efficaci anche nel ledere la loro immagine tra i tifosi che li osannano ogni singolo giorno? Ai posteri l’ardua sentenza.

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