Da ieri le regole sul fuorigioco nel calcio sono cambiate, per l’ennesima volta. In attesa delle prossime modifiche, che a occhio e croce arriveranno a campionati in corso – giusto per non far confusione -, l’organo della FIFA adibito ai regolamenti ha deciso di correggere il tiro su alcuni dettagli riguardanti le già non poco controverse situazioni di offside. Vediamo di vedere le principali modifiche in soldoni.
L’espressione “correggere il tiro” non è stata usata a caso, visto che è questo il punto focale della questione: se un difensore interviene volontariamente su un cross, favorendo un attaccante altrimenti in posizione di fuorigioco, l’azione sarà da considerarsi valida. Ma perché ciò avvenga, l’azione non dev’essere compiuta al fine di salvare un gol; ovvero, se il portiere o l’ultimo uomo intervengono sottoporta favorendo accidentalmente un attaccante in offside, questo rimane in offside. E lo stesso avviene se il difensore interviene volontariamente, ma a una distanza superiore a un metro e mezzo da chi effettua il cross; e l’attaccante dev’essere considerato in posizione passiva, ovvero non deve tentare in nessun modo d’intervenire sul pallone, neanche con un semplice movimento (e forse nemmeno col pensiero, oseremmo dire).
Per rendere il tutto più chiaro (..??), Pierluigi Collina ha consigliato ad arbitri e guardalinee di tutte le federazioni di attendere sempre lo sviluppo dell’azione prima di decidere se questa andrà considerata in fuorigioco o meno.
Insomma, una mossa che in teoria avvantaggia gli attaccanti, in pratica solo giornalisti, moviolisti e pseudo-opinionisti della domenica sera, che avranno tonnellate di materiale in più su cui scannarsi senza criterio.
Olé!
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