Hanno chiamato uno tra i migliori arbitri d’Europa: Howard Webb.
Il mastro Lindo dei fischietti; un uomo tutto d’un pezzo, più resistente di tutti quelli conservati all’Ikea.
L’uomo dai cartellini difficili e dallo sguardo di ghiaccio. Dalla pelata lucida e il fisico scolpito. L’arbitro che molti considerano il degno erede di Collina (e non solo per la pettinatura).
Fiorentina-Juve è “la partita”. Il ritorno del derby di Europa League è il classico match atteso da due tifoserie che si odiano; due allenatori giovani che si stimano ma non vogliono assolutamente perdere; due dirigenze che hanno avuto moltissimi screzi negli ultimi mesi. Tutto dipenderà dai ventidue giocatori che scenderanno in campo e che vorranno regalare un successo ai propri tifosi. Una vittoria che può valere una fetta enorme di stagione.
Si parte dal risultato dell’andata: quel 1-1 che ha “leggermente” sbilanciato i piatti della bilancia a favore della viola. Ma in campo sarà battaglia vera, campale, intensa. Senza esclusione di colpi, falli e polemiche. La Juve si affida a Tevez nonostante qualche acciacco abbia minato le sue ultime, comunque prolifiche, settimane. Montella potrebbe puntare tutto su Mario Gomez, rientrato nelle ultime giornate a suon di gol. Bisognerà che tutti siano concentrati all’ennesima potenza.
Per novanta minuti (o chissà quanti) due città calcistiche si fermeranno. Non si noterà la bruttezza di Cuadrado o il naso di Chiellini, l’inutilità di Padoin o quella di Ambrosini. Si penserà solo ad osservare tutte le direzioni percorse dal pallone, direttrici verso porte, pali e traverse. Noi siamo pronti a goderci uno spettacolo adrenalitico, sperando che Webb riesca a tenere salde le briglie di un match difficilissimo.
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