Manca ormai pochissimo all’elezione del nuovo presidente della FIGC: al fronte No Tav che vorrebbe il ritiro della candidatura di Carlo Tavecchio (il grande favorito, nonostante sia solito scivolare su insidiose bucce di banana) si oppone al fronte innovatore che vedrebbe invece di buon occhio la vittoria di Demetrio Albertini (e qui l’innovazione va a farsi friggere, visto che Albertini è vicepresidente uscente). In mezzo, quelli che manderebbero volentieri a cagare entrambi a favore di un commissariamento coatto, magari col presidente del Coni Malagò a prendere in mano le redini del gioco.
Noi di Palle di cuoio ci teniamo su una posizione pressoché neutra: ci stanne sulle palle tutti quanti, indiscriminatamente, per credo filosofico. A chiunque diverrà presidente chiediamo però una presa di posizione netta a riguardo di una materia scottante e fondamentale, su cui i media nazionali preferiscono tacere: la u di “giuoco”.
Da molti anni, infatti, persone comuni e mestieranti della penna (giornalisti e scrittori di vario tipo) parlano della FIGC come della Federazione Italiana Gioco Calcio, ignorando invece che essa è la Federazione Italiano Giuoco Calcio. All’inusitato, inutile e polveroso arcaismo noi della redazione di Palle di cuoio teniamo particolarmente; amanti del trittongo e del quadrittongo, con questa lettera aperta ci schieriamo con forza a favore della u dimenticata, affinché torni a campeggiare sui giornali e a fluire con orgoglio tra le nostre labbra protese a culo di gallina.
Presidente, chiunque tu sarai, unisciti al giuoco: salva la u!