Se fino ad oggi a qualcuno non fosse stato chiaro il copione del campionato, ora forse gli si saranno chiarite le idee: la Juve è la padrona del campionato. Fino a sette giorni fa si parlava di Napoli come anti-Juve dopo l’aggancio in vetta con una partita in più. Passata una settimana la Vecchia Signora si ritrova a +5 sui partenopei. La Juve batte la Fiorentina 2-0 in casa, mentre il Napoli strappa l’1-1 alla Lazio all’Olimpico in extremis e perde due punti nella inventata corsa scudetto.
Nel primo anticipo la Juve si mangia una Fiorentina troppo arrendevole per essere vera. Le reti nel primo tempo di Vucinic e Matri nascono da due svarioni difensivi preoccupanti e da una pressione famelica dei padroni di casa, mentre il resto della gara vede i bianconeri controllare senza affanni una Viola lenta e con poche idee. Impalpabile l’oggetto del desiderio Jovetic, perennemente mal servito Cuadrado, l’unico uomo pericoloso della banda Montella; ma il tema tattico della gara è l’incredibile spazio di manovra lasciato a Pirlo, liberissimo di inventare e piazzare le giocate a suo piacimento.
Costretto a vincere per tenere la scia, il Napoli non scende invece in campo per 20 minuti buoni, letteralmente sottomesso dall’aggressività laziale. I biancocelesti trovano subito il vantaggio con l’ormai solito Floccari – degno sostituto di un certo Klose -, che sfiora anche il raddoppio con un palo che ancora trema. Un legno lo trova anche il Napoli in chiusura di tempo con Cavani. Uno per parte anche gli infortuni: assurdo quello di Mauri che si storce la caviglia raccogliendo il pallone dopo il gol, pesante quello di Behrami che costringe Mazzarri ad inserire Insigne ma ad arretrare Hamsik. Proprio Insigne accende il Napoli nella ripresa, ma la Lazio regge e sfiora anche il colpo del ko. Legge vuole che se non la chiudi poi subisci e Campagnaro la prende in parola con una spettacolare girata negli ultimi minuti che vale il pari sofferto. Mazzarri chiude con una formazione sbilanciatissima, ma è la Lazio a sfiorare il gol vittoria in pieno recupero ancora con un legno di Floccari.
Per la squadra di Petkovic un pari che lascia l’amaro in bocca e consente a quelle dietro il possibile avvicinamento; per il Napoli un ridimensionamento che farà pensare più al consolidamento del secondo posto che ad un presuntuoso disturbo di sua Signora Juventus: per lo scudetto non ce n’è. Nemmeno in vista dello scontro diretto in casa.
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