Due trasferte difficili: Genova e Firenze. Due palombelle che s’infilano in porta tenendo in sospeso milioni di spettatori. Due Palloni che affondano delicatamente tra le maglie stretta di una rete bianchissima. Andrea Pirlo, nonostante l’età che avanza e la barba che cresce, resta il venerabile maestro del centrocampo, il cecchino delle punizioni, il genio della rotazione. Nella Juve quanto in Italia. Nei media italiani quanto in quelli stranieri. RIspetto, da parte di (quasi) tutti.
La Juve nell’ultima settimana ha ottenuto due vittorie, contro il Genoa e la Fiorentina, solo grazie al suo piede vellutato. Tre punti in campionato che avvicinano l’ennesimo scudetto, un’esplosione di gioia che significa quarti di Europa League (contro il Lione). Nel momento più importante della stagione, in due stati complicati, in due momenti drammaticamente decisivi, Andrea Pirlo non si fa pregare: Tevez, Llorente, Vidal, Barzagli sono fortissimi ma l’unico insostituibile, nella scacchiera di Conte, resta il regista lombardo.
Immaginate il mondo senza Pirlo:
– La geometria non avrebbe lo stesso senso; le curve e le parabole avrebbero altra traiettoria.
– Il povero Guly (Guglielminpietro) non sarebbe mai stato citato (se non vi ricordate fu lui quello scambiato nell’affare Inter-MIlan che coinvolse il centrocampista).
– Il Milan non avrebbe fatto un mercato così strano negli ultimi anni. La volontà d’ingaggiare solo giocatori svincolati nasce da quello smacco, dall’aver perso senza un euro il proprio faro.
– La gente si farebbe di più la barba e si taglierebbe di più i capelli.
– Le regole del tempo non verrebbero cambiate, scorrerebbe normalmente prima di una punizione.
– Non diremmo la parola “gabbia” per identificare la marcatura a lui dedicata.
– Ci sarebbero meno imprecazioni rivolte a chi commette falli nei pressi della propria area di rigore.
Ma questi sono solo esempi. Tutto sarebbe meno elegante nel mondo del pallone: i lanci sarebbero meno precisi, gli scatti meno premiati e i controlli volanti più difficoltosi. Sarebbe meno coinvolgente per i tifosi che, fino all’ultimo secondo, possono sperare in un miracolo “a giro sopra la barriera”; Sarebbe meno emozionante per chi ha la fortuna di potersi concentrare, attimo dopo attimo, su ciò che Pirlo fa prima di calciare. Ogni gesto minuscolo: dai passi ai capelli, dallo sguardo verso la porta a quello, misto a preghiera, rivolto al pallone. Non sarebbe la stessa cosa e, detto questo, non credo ci sia nient’altro da aggiungere!
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