In campionato la Juventus di Conte-Alessio-Carrera corre come un treno, superando avversari grandi e piccoli con estrema autorità. La stagione bianconera in Europa, tuttavia, non percorre gli stessi binari con una velocità che parrebbe dimezzata.
Tre partite e tre pareggi nel girone di Champions League che lasciano più di un dubbio sulla gestione dei match e del turnover da parte dello staff torinese. Se un pareggio a Londra contro il Chelsea poteva tutto sommato essere accolto con serenità dal popolo bianconero, non si può dire lo stesso dei due 1-1 arrivati con Shaktar (in casa) e Nordsajelland (in trasferta).
Due pareggi in rimonta che hanno un unico lato positivo: la voglia di lottare e non arrendersi anche di fronte a partite complicatesi durante i 90′ di gioco. Certo è che, con i modesti danesi, si poteva e si doveva fare di più. La Juventus ha sostanzialmente dominato creando numerose palle gol senza però riuscire a gonfiare la rete difesa da Hansen (in giornata di grazia).
Giovinco e Matri volenterosi ma spuntati. Vidal e Marchisio propositivi ma imprecisi. De Ceglie e Isla padroni poco efficaci delle fasce laterali. Alla fine ci ha pensato Vucinic a dieci minuti dalla fine a salvare la squadra di Conte da una beffa che pareva quasi annunciata. La punizione di Beckmann ad inizio ripresa aveva ammutolito sia Buffon che i supporter bianconeri, increduli di fronte ad uno spettacolo così inaspettato.
Un punto che non compromette nulla sia chiaro, ma che rallenta i piani della Juve in un girone che dovrà essere conquistato nelle restanti tre partite con almeno 7 punti. Impresa alla portata della Juve anche se non sarà proprio una passeggiata vista anche la vittoria dello Shaktar sul Chelsea.
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