Contatto Rossi-Marquez a Sepang, in Malesia; il Dottore supera il giovane spagnolo in curva, lo aspetta, e lo butta a terra con un calcetto al ginocchio.
Il vecchio Valentino, campione sul punto di vincere un nuovo mondiale a 36 anni suonati – un colpo di coda memorabile dopo qualche anno di sofferenza -, si lascia andare a un fallo di reazione nei confronti di un giovane rivale – Marc Marquez – che, a suo dire, tenta di ostacolarlo per favorire l’altro pilota in corsa per la vittoria finale, Jorge Lorenzo. Solo che il comportamento di Marquez in gara, per quanto fastidioso, è nei limiti del regolamento e legittimo all’interno di una gara in cui ognuno fa il suo gioco come meglio crede; il gesto di Rossi, invece, è imperdonabile e pericoloso. Pericoloso per l’incolumità del pilota e anche per tutto quello che lo sport deve significare: competizione, certo, ma anche lealtà.
Rossi-Marquez: un antipatia lunga una stagione
Lo scontro Rossi-Marquez dura da tempo: Vale ci aveva già fatto storcere il naso in settimana, quando aveva sparato a zero sul centauro della Honda lasciando trapelare un nervosismo eccessivo; il nervosismo di chi sa che quest’occasione per vincere potrebbe essere l’ultima. Rossi non è mai stato troppo simpatico nei confronti dei rivali in gara, ma lo ha sempre fatto a parole e con la sicumera di chi sa di essere più forte; mai ci saremmo aspettati da lui un gesto così grave in gara.
Un gesto da coglione.
Doppiamente, perché torna inevitabilmente a suo danno: nell’ultima gara della stagione partirà ultimo e regala un succoso match point a Lorenzo, che già si gusta un mondiale quasi in tasca – a meno che non succeda qualcosa di clamoroso, e il Rossi pilota è capace di rimonte esagerate.
Il Rossi uomo però ci lascia con l’amaro in bocca. Tutta l’Italia per anni ha ammirato le sue gesta e fino a ieri a sperato in un altro, bellissimo, mondiale. Questo mondiale non se lo merita più.