Matias Almeyda, ex giocatore fra l’altro di Inter, Lazio e Parma, ha pubblicato un libro con alcune rivelazioni scioccanti. Nella sua carriera italiana, infatti, sarebbe stato testimone di pratiche particolari e sospette, per utilizzare degli eufemismi. Ma andiamo con ordine e analizziamo le parole dell’argentino (varie fonti web):
Innanzitutto la sua dubbia etica negli allenamenti, rimasta nascosta (chissà) ai vertici del club neroazzurro:
“Per tutta la carriera ho fumato dieci sigarette al giorno. Anche l’alcol è stato un problema. Bruciavo tutto negli allenamenti, ma vivevo al limite. Una volta ad Azul, il mio paese, ho bevuto cinque litri di vino, come fosse CocaCola, e sono finito in una specie di coma etilico. Per smaltire, ho corso per cinque chilometri, finché ho visto il sole che girava. Un dottore mi ha fatto 5 ore di flebo. Sarebbe stato uno scandalo, all’epoca giocavo nell’Inter. Quando mi sono svegliato e ho visto tutta la mia famiglia intorno al letto, ho pensato che fosse il mio funerale.
Ecco invece la parte relativa alle sostanze assunte quando militava con la squadra ducale:
Al Parma ci facevano una flebo prima delle partite. Dicevano che era un composto di vitamine, ma prima di entrare in campo ero capace di saltare fino al soffitto. Il calciatore non fa domande, ma poi, con gli anni, ci sono casi di ex calciatori morti per problemi al cuore, che soffrono di problemi muscolari e altro. Penso che sia la conseguenza delle cose che gli hanno dato.
Almeyda ebbe anche dei problemi seri con la tifoseria del Parma:
Una volta al Parma ho lasciato lo stadio nel baule della macchina dei miei suoceri. C’erano 20 ultrà che mi aspettavano per un gestaccio che avevo fatto. In realtà era stato solo uno sguardo, ma di sfida, dopo che mi avevano urlato qualcosa. Avevo fatto amicizia con un gruppo di rugbisti argentini, che per la gara successiva mi hanno accompagnato al Tardini. Un ultrà grande e grosso mi ha fermato con la pancia: “Devi chiedere scusa ai tifosi. Non chiederò scusa per qualcosa che non ho fatto”, ho risposto sapendo che i miei amici erano pronti a intervenire.
Il centrocampista racconta di una “presunta” combine con la Roma:
Sul finire del campionato 2000-01, alcuni compagni del Parma ci hanno detto che i giocatori della Roma volevano che noi perdessimo la partita. Che siccome non giocavamo per nessun obiettivo, era uguale. Io ho detto di no. Sensini, lo stesso. La maggioranza ha risposto così. Ma in campo ho visto che alcuni non correvano come sempre. Allora ho chiesto la sostituzione e me ne sono andato in spogliatoio. Soldi? Non lo so. Loro lo definivano un favore..
Almeyda può essere ritenuto attendibile? Finiranno mai gli scandali del nostro calcio? Pare proprio di no.
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