Ambrosini: se non ti sai riciclare, il cassonetto giusto lo trova Galliani.

Massimo Ambrosini non è più un giocatore del Milan. Nel giorno del suo 85esimo compleanno (equiparazione età reale – anni da calciatore) Galliani ha detto: “è buono solo per fare il brodo”. Niente rinnovo e abbandono sulla strada senza neanche una buonuscita di qualche milione di euro, che fa sempre simpatia e lava le coscienze.

Il suo agente è chiaro: “Nessun rispetto per chi è stato capitano del Milan” sottolineando la mancanza di tatto della dirigenza rossonera. Berlusconi ha riposto laconico: “è proprio una questione tattile ma il sedere di Ambro non mi è mai piaciuto”.

In realtà la società aveva proposto delle alternative ad Ambrosini ma solo ruoli che non prevedevano più la sua discesa in campo: “Non hai più fiato nonostante la peperonata che ti sei appena slurpato”:

– Fare da chioccia a El Shaarawy: ossia preparargli quella cresta da galletto vallespluga ogni mattina.

– Fare il vice di Inzaghi nel settore giovanile con l’incarico speciale di pestare i genitori che avessero voglia di rompere le balle.

– Andare in missione speciale in Brasile per ritrovare la dignità milanista che Dida nasconde ancora nel cassetto delle mutande. (questa ci sembra una scusa per levarselo dalla palle in realtà…)

– Candidarsi al Senato: nel gruppo misto.

– Comprare la birra al supermercato per De Sciglio.

– Fondare un quartetto vocale con Serginho, Zambrotta e Guglielminpietro ed esibirsi nelle feste private di Arcore.

Alcune di queste non ci sembravano così malaccio come proposte ma nella vita bisogna sapersi riciclare: Ambrosini non avrebbe indovinato il cassonetto giusto così ci ha pensato Galliani  e la dirigenza.

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