Il Giro d’Italia: ecco i nuovi dettami per l’antidoping.

Nonostante tutto. Nonostante gli scandali. Nonostante i dopati. Nonostante le polemiche. Anche quest’anno mi siederò davanti alla poltrona del salotto e, accendendo la televisione, guarderò ore e ore di pedalate.

Il giro d’Italia ha un fascino che supera ogni forma di doping. Certo sarebbe auspicabile che non ci prendessero più per il culo ma, davanti a certe vette, certe imprese, certi ricordi… come si fa a rimanere indifferenti?

Il 4 maggio si riparte! Con Wiggins e Nibali grandi favoriti della vigilia con Evans, Basso, Hejsedal, Sanchez e Gesink a ruota per cercare il sorpasso e arrivare primi a Milano. Tutti alla ricerca di quella maglia rosa che, pure negli anni delle trasmissioni in bianco e nero, conserva un fascino non comparabile a nulla.

In chiusura, sperando nella sportività più vera, diamo qualche consiglio a chi si occuperà di antidoping:

– Se la pipì è blu :abbiamo un problema.

– Se un corridore urla “Coppi fammi ‘na pippa” in salita, dopo 200 km, a 55 km/h: abbiamo un problema.

– Se un corridore si ferma a fare il pieno infilandosi il tubo della benzina su per il sedere: abbiamo un problema.

– Se il corridore presenta una forma peluria sulle spalle e sulle gambe da un giorno all’altro: abbiamo un problema.

– Se un corridore si presenta ai nastri come “Lance Armstrong”: abbiamo un problema.

– Se Guidolin vuole partecipare: fermatelo.

Per tutto il resto ci affidiamo alle analisi di laboratorio sperando che sia un Giro d’Italia spettacolare per ciò che avverrà sulle montagne, in volata o in fuga. Per gli organizzatori abbiamo un ultimo consiglio: mi raccomando che le ragazze adibite al bacio premio nelle varie tappe siano bone.

Buon ciclismo a tutti!

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