Ibrahimovic alla Juve. Al solo pensiero sento l’orticaria spargersi in tutto il corpo. Prude in zone fastidiose e mi impedisce qualsiasi movimento, anche alzare un dito medio in direzione Parigi. Sentire concretizzarsi questa voce nella settimana che porta al derby è ancora più fastidioso. Nessuno ha dimenticato Zlatan e le sue bottiglie rotte in Piemonte. Proprio per questo, sinceramente, preferisco avere in squadra un Giovinco che si fa ogni giorno un mazzo tanto per il posto rispetto a un mercenario indegno di (ri)baciare la maglia bianconera.
Il nasone cerca un nuovo lifting a Torino perché già stanco del campionato francese, assai poco competitivo (vedi la voce Lavezzi, anch’egli con le valigie in mano). Nessuno però ha dimenticato la scialuppa, direzione Milano, che egli mise in acqua mentre la zebra affogava, trascinata dalle correnti verso la serie B. Nessuno ha dimenticato la serie infinita di magliette baciate con estrema “faccia da culo” e “frasi d’amore assoluto”. Nessuno ha dimenticato “la cazzata Cannavaro” altro cavallo di ritorno che venne a Torino a cibarsi di biada per poi cagarla letteralmente in campo (metafora fine eh?).
Insomma, credo di aver esposto il mio punto di vista. Se Ibra dovesse tornare a Torino vado in sede e strappo l’unico sopracciglio gigante che Andrea Agnelli ha sulla fronte. Forse così il sangue tornerà a scorrere fino al cervello e i soldi che abbiamo in cassa li spendiamo per qualche giovane di valore.
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