La Juventus non approfitta del clamoroso passo falso della Lazio contro il Chievo e pareggia la sua seconda partita in questo girone di ritorno, quinto punto di un 2013 ancora tutt’altro che esaltante per i colori bianconeri. Il Genoa guadagna un punticino quasi inutile per la classifica, ma corroborante per il morale, visto che strappato coi denti alla prima della classe; per Ballardini buona la prima.
E a fine gara non sono mancate le stronzate.
Il primo tempo è una merda, diciamocelo. La Juve passeggia e “si gode” un Vucinic in pantofole, che non osa correre per timore di perdere una papussa in campo, come la peggior Cenerentola. A ravvivare un po’ la serata ci pensano un po’ Lichtsteiner e Quagliarella, che confezionano l’unica azione forse degna di nota, con l’attaccante che campano che ci mette la punta del piede su un cross dalla destra, ma spara a lato.
Nel secondo tempo, se non altro, arrivano due gol: al nono Quagliarella la butta dentro su un’azione fotocopia di quella descritta poc’anzi (il gol, però, è praticamente di Granqvist) e un quarto d’ora dopo Borriello rimette tutto in parità insaccando di testa su un cross di Kucka che aveva magistralmente fatto fuori De Ceglie. Mister ciuffo segna ma non esulta e una volta di più ci chiediamo a che cosa serva non esultare, specialmente se nella squadra a cui hai segnato ci hai giocato cinque mesi e non si può proprio dire tu sia stato l’idolo della tifosera. Vabbè… Da lì in poi però la partita s’accende e fioccano un po’ d’occasioni, specialmente nel finale col giovane Beltrame (subentrato a Marchisio), con Giovinco che prende il palo su punizione e con Giaccherini che impegna Frey a tempo quasi scaduto.
Tutto inutile ai fini del risultato, ma non a quelli della polemica: la Juventus reclama per un paio di rigori, nello specifico una trattenuta su Vucinic e un fallo di mano di Granqvist (per lui un quasi autogol e un quasi rigore, una bella serata insomma). Conte grida alla vergogna, alla fine del calcio, quasi fosse un complotte; si dimentica forse che non è stato assegnato un rigore ben più netto al Genoa, si dimentica forse che (parole sue) “a fine stagione errori a torto e a favore si compensano”. O forse si compensano solo quando l’errore è a favore? Perché a noi sembra che quando è a torto non sia ammesso mai e questo francamente ci ha un po’ stufato.
Lo dico da juventino: smettetela di piangere il morto che non c’è, non parlate per dar aria alla bocca e ritrovate lo stile Juve.
A dieci anni dalla scomparsa, l’Avvocato manca ancora, proprio in questi dettagli.
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