Che cosa ci dice il Berlusconi

La Juve pronta, il Milan no. O meglio, il Milan è tutto qua.

Sarà anche calcio d’agosto, sarà che le prime giornate sono un po’ fasulle e bisogna attendere la seconda metà di settembre, ma Milan-Juve non è mai una semplice amichevole. A una settimana dal via la Juve batte per la seconda volta i rossoneri nel precampionato: a San Siro finisce 2-3.

Milan in vantaggio con Robinho, abile a finalizzare una bella azione e insaccare una goffa respinta di Storari, subito ripreso da Marchisio su assist di De Ceglie. Nel finale di tempo Vidal ridicolizza Yepes e fa 2-1. Nella ripresa vanno a segno prima Matri, su una dormita della retroguardia rossonera, e poi ancora Robinho su rigore, per fallo di Masi sullo stesso brasiliano.

Si vede che è un Milan diverso, rivoluzionato nell’organico e nel modo di giocare. Non più tardi di qualche mese fa la soluzione era palla ad Ibra e lo svedese ad inventare, costruire e finalizzare. Ora il Milan operaio si affida alla regia arretrata di Montolivo, che non è Pirlo e si vede, e alla corsa di un centrocampo da reinventare. Contro la Juve dal primo minuto Flamini e Constant affiancano l’ex viola. Davanti il tridente Emanuelson, Robinho, Boateng: un attacco privo di una punta vera, in stile Spagna. In difesa l’inedita coppia YepesZapata fa rimpiangere Thiago e Nesta ai tifosi rossoneri.

Per 40 minuti la partita prova a farla il Milan. Corsa, pressing, fraseggi e cambi di gioco sembrano allontanare i dubbi dai volti sugli spalti; l’azione dell’1-0 sembra il culmine di un gioco che prova a farsi largo. L’illusione dura poco: bastano due verticalizzazioni e la difesa va in bambola: la Juve segna due gol senza apparente fatica.

Tra le fila bianconere si vede Pogba al posto di Pirlo: l’ex United non è il bresciano ma si destreggia bene. In difesa non sfigura Marrone, provato da Carrera in posizione arretrata. A fine partita il sostituto di Conte si dirà soddisfatto di entrambi. Sempre sopraffino Vucinic, ancora da rivedere Giovinco e Lucio. La Juve chiude in vantaggio il primo tempo quasi trotterellando, con un Vidal sempre più leader e un Marchisio che ritrova la forma.

Con la ripresa cambia del tutto la partita e si vedono squadre diverse in campo: in tutto si contano sei sostituzioni per il Milan e dieci per la Juve. I bianconeri si prendono il campo e mostrano il gioco ormai consolidato dell’anno scorso. Matri fa girare la testa a Zapata e prima sfiora e poi trova il 3-1. Bene anche Quagliarella. Dall’altra parte Pato non pervenuto: i milanisti lo aspettano e possono solo sperare in lui. Anche dopo il rigore di Robinho la sensazione è che la Juve possa trovare il quarto gol anziché il Milan il pari.

Per ora i tifosi si affidano a un Robinho in forma e si abituano all’idea di vedere la propria porta violata due o tre volte a partita. Con una difesa così ballerina per Allegri la strada comincia in salita. Al di là del risultato non si è visto un Milan disastroso: è semplicemente scarso.

Dall’altro canto c’è una Juve già consolidata e pronta: lo scudetto pare già in tasca.

Comments are closed.