Non chiamatelo “Dream Team”. Quel nome è per sempre legato alla squadra americana di basket che vinse l’oro a Barcellona con i vari Larry Bird, Micheal Jordan e Magic Johnson a illuminare il parquet spagnolo. Sono passati vent’anni eppure le analogie con quella squadra fenomenale sono molteplici. Ora giocano Lebron James, Kobe Bryant e Chris Paul, nomi che non sfigurano certamente di fronte ai grandi campioni del recente passato. Anche la tradizione della matricola è stata mantenuta, allora c’era Laettner, oggi Davis.
Ciò che davvero distingue queste due squadre è l’alchimia naturale che emergeva vent’anni fa. Una coralità e un trovarsi ad occhi chiusi che nel Team Usa moderno non sempre emerge con chiarezza, sottolineando l’unica vera pecca dello squadrone guidato da Michael Krzyzewski. Allora s’imponeva la squadra intera oggi spesso tocca ai singoli levare le castagne dal fuoco nei momenti di vera difficoltà.
Un encomio speciale va fatto anche alla Spagna, capace di restare in partita fino agli ultimi due minuti e di segnare 100 punti a tabellone (punteggio finale 107-100). Le regole FIBA e le difese particolari che le squadre europee mettono in pratica davanti agli americani rappresentano sempre un punto interrogativo in una finale di questa portata anche se non sono bastati per conferire la vittoria agli iberici.
Partita quasi perfetta degli due uomini chiave della truppa di Scariolo: Gasol e Navarro. Ottimo anche il contributo della panchina con i due “Sergio”, Llull e Rodriguez, e Ibaka sugli scudi. Meno bene il piccolo Gasol che ha fatto vedere giocate di altissimo livello ma ha passato gran parte del tempo seduto in panchina a causa dei 4 falli commessi troppo repentinamente.
Dall’altra parte i vari tenori si sono alternati sulla scena dividendosi il plauso del pubblico. Kevin Durant, Kobe Bryant, Lebron James e Chris Paul hanno mantenuto costante la pressione americana sugli spagnoli rispondendo alle fiammate giallorosse con giocate difficilmente limitabili.
Una battaglia vera degna di una finale olimpica con il punteggio costantemente in bilico. Tutto quello che si può desiderare dal basket moderno. Non sarà più “Dream Team” ma per chi ama la pallacanestro anche questi ragazzotti hanno la capacità innata di far davvero sognare chi ha la fortuna di poterli guardare.
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