L’Italia di Prandelli passa in Armenia e sale a quota 7 punti. A Yerevan finisce 1-3 per gli azzurri, avanti grazie al rigore di Pirlo e poi ripresi da Mkhitaryan. Nella ripresa qualche rischio di troppo fino ai gol di De Rossi e Osvaldo che chiudono il match.
Buona Italia nei primi venti minuti: pressing alto e armeni schiacciati costantemente nella loro metà campo. Le giocate passano tutte per i piedi di un molto ispirato Montolivo e danno sempre l’impressione di creare pericolosità nell’area avversaria. Le note stonate saranno in difesa e nella concretizzazione: nonostante il gol, prova decisamente sottotono di Osvaldo. Così come del partner d’attacco Giovinco. In avvio Pirlo prima si vede respinta una punizione dal limite e poi, pochi minuti più tardi, realizza il rigore del vantaggio per un fallo di mano dubbio in area. Decisamente pessima la direzione di gara da ambo le parti. L’episodio più clamoroso al 27°: Maggio subisce una testata sulla trequarti azzurra, l’arbitro prima sembra voler fermare il gioco ma poi fa proseguire, pallone per Mkhitaryan che brucia Barzagli e batte Buffon. Errore doppio per l’arbitro: netto il fallo su Maggio, ma soprattutto il gioco va fermato immediatamente se vi è un colpo alla testa.
Nella ripresa l’Armenia prende coraggio e gli azzurri rischiano troppo sulle iniziative avversarie: Bonucci va spesso in difficoltà e Buffon deve salvare su Manolev. Esce Giovinco ed entra El Shaarawy: per il Faraone nel complesso una buona mezzora condita da un’occasionissima sventata sulla linea, ma da lui ci si aspetta di più e soprattutto più convinzione. A scacciare le paure ci pensa De Rossi, che di testa insacca un cross al bacio del solito Pirlo, prima del 3-1 firmato Osvaldo, ancora di testa. In mezzo almeno altre due sofferenze in difesa di troppo. C’è ancora da lavorare, ma per ora l’importante sono i tre punti.
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