Inter-Hajduk 0-2: il tifoso interista e i mille volti di una serata freudiana

 

Paura.. tremenda paura.. e poi i meritati fischi verso i propri idoli. I numerosissimi tifosi interisti, presenti a San Siro ieri sera,  hanno provato una serie talmente ampia di emozioni che anche Freud avrebbe avuto difficoltà a riassumerne fattezze e conseguenze. Ci proviamo noi:

Prima di tutto la goliardia pre-gara: “3-0 in Croazia.. su.. se schieriamo la primavera passiamo lo stesso. Oggi poi gioca pure Samuel! Amalaaaaaaaaa…”

Poi la tranquillità: “Minchia siamo partiti più molli del budino della Parodi.. vabbé siamo ad Agosto.. tutto è scritto.. ma guarda che figo Stramaccioni! Stramalaaaaaaa”

Il dubbio: “Che rigore del cazzo.. dai 1-0.. il gol della bandiera gliel’abbiamo fatto fare.. hai visto quanto cazzo corre ancora il capitano? mitico Zanetti!” Samuel invece conferma il suo soprannome. Un muro, nel senso che è immobile e non si muove da lì.

L’incredulità: “Ma chi è sto qua?? Pelé?? Ooooooooh… ci svegliamo?? Due gol da una squadra che perderebbe con il Real Cesenatico! Stramaccioni metti Palaciooooooo!!” In realtà è entrato Longo che a lungo si mangia dei gol e trema come una foglia a Settembre.

La rabbia: “Ma porca miseria.. quello ha sfiorato il gol! Il campo è nuovo ma sembriamo le marionette della pubblicità! Bella figura di merda che abbiamo fatto.. e ho pure pagato il biglietto.. Gioco e atteggiamento li hanno lasciati nella macchina del mister..” Fischialaaaaaaaaa.

In realtà è stata una partita parecchio strana. L’Inter è scesa in campo con la stessa concentrazione di un detersivo di una marca scadente. L’Hajduk ha avuto il merito di crederci e con un pizzico di fortuna in più forse avrebbe potuto fare il colpaccio. Tanti gol mancati, una traversa dell’ancora positivo Coutinho ma anche tante ballerine in difesa, stile Castrogiovanni per capirci.

Ci sono stati anche degli elementi da salvare e dai quali ripartire per preparare la prossima sfida europea. Il genio del riccio brasiliano su tutti, i 39 anni di Zanetti che domina la fascia di sua competenza, l’ottima prestazione di Handanovic in porta e la grande visione di gioco di Guaro-Guarin, forse la nota più gradita in casa Moratti-Stramaccioni. Resta la brutta figura ma anche il passaggio del turno. Quello che, in fondo, conta per davvero.

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