La notizia riguarda un giovane calciatore della Bundesliga che, al magazine tedesco Fluter, ha dichiarato il forte disagio di essere un omosessuale nel mondo del pallone. La lunga intervista ha scatenato un grande clamore in Germania, portando la stessa cancelliera a prendere una netta posizione in favore del cosiddetto “outing”.
Eppure il giocatore non è sicuro che sia la giusta direzione: “Se la mia sessualitá diventasse pubblica non sarei al sicuro. Del resto non so se sarò in grado di mantenere per tutta la carriera questa continua tensione fra il modello di giocatore eterosessuale e la possibile scoperta“. La paura di subire delle minacce (verbali e soprattutto fisiche) dai tifosi e dai compagni di squadra rappresenta il vero e proprio muro sul quale si abbatte il superamento di questa barriera sociale del calcio.
L’altro grande “nemico” è il mondo dell’informazione che metterebbe in secondo piano la carriera calcistica per concentrarsi sul gossip puro: “Storie, titoli, riviste… Tutti vorrebbero scoprire cosa faccio con il mio compagno sotto le lenzuola. La mia passione, il calcio, sarebbe tutto irrilevante. O decido di andare con il mio ragazzo a un evento per poi finire su tutti i giornali per tre settimane oppure mento a me stesso e tengo tutto in privato. Semplicemente non c’è alcuna soluzione”.
Angela Merkel, grande amante del pallone, si è subito schierata a favore dell’uscita fuori dal tunnel dell’anonimato, promettendo una protezione adeguata a coloro che volessero distaccarsi da questa vergognosa convenzione: “Vive in un Paese nel quale non deve temere di fare outing. Insieme possiamo dare un segnale forte: non dovete avere paura. Questa è la mia missione politica”.
Un piccolo passo in avanti per eliminare questo assurdo pregiudizio? Può darsi. Intanto siamo sicuri che in Germania sono più avanti che in Italia rispetto a questa sensibilizzazione. Da loro la difesa è riservata ad una delle massime cariche dello Stato, da noi invece è lasciata ad Alessandro Cecchi Paone. Fate un po’ voi.
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