Potremmo dirvi che l’Inter di Mancini ha vinto e ha convinto (almeno per la prima ora di gioco); che che ha segnato Vidic (sì, sembra strano anche a noi); che Guarin ha giocato da interno di centrocampo senza uccidere nessun centrocampista avversario; che il Genoa, venduto Pinilla, ha dovuto far giocare punta Lestienne dopo l’infortunio di Matri (che mossa eh!); che Podolski ha giocato tutta la partita e che Shaqiri non è entrato per colpa di Medel che, dal ’70 minuto in poi strascicava la lingua per il campo e ha dovuto chiedere il cambio.
Tutto questo è stato Inter-Genoa, finita 3-1 per i neroazzurri (Palacio, Icardi, Izzo, Vidic). Eppure a metà del secondo tempo tutto lo stadio è esploso in una grande risata. Merito di Andreolli e dei suoi piedi a forma di ferro da stiro. Impaurito da una possibile ripartenza di Bertolacci, il centrale lungagnone dell’Inter ha messo fuori il pallone scaraventandolo sulla faccia di Mancini. In pieno naso, preciso manco fosse stato un arciere di sua maestà.
Una botta tremenda che ha steso l’allenatore marchigiano ma che non ha, del resto, intaccato il suo ciuffo. Mai ribelle. Un tiro preciso, con la palla che si stampava sotto l’incrocio delle sopracciglia, dove nessuno avrebbe mai potuto arrivarci. Un tiro non schivabile, imparabile. Dopo un minuto steso a terra il Mancio è riemerso con una risata verso il suo giocatore e stemperando la botta subita (ma i pensieri crediamo fossero molto più neri).
C’è addirittura qualcuno che ha sibilato il coinvolgimento di Osvaldo. Come se il rinvio verso il fallo laterale fosse solamente un pretesto per colpire l’allenatore e mostrare solidarietà verso il compagno fuori rosa. Chissà! Intanto noi ci teniamo le risate e Mancini la bella vittoria e un piccolo livido sullo zigomo.