Per la terza volta nella storia sarà un italiano ad arbitrare la finale di un mondiale. Gli altri due furono Sergio Gonella (1978, Argentina-Olanda) e Pierluigi Collina (2002, Brasile-Germani). Due grandissimi fischietti che hanno portato lustro e onore alla lunga e celebre tradizione italiana. Domani toccherà a Nicola Rizzoli, 43 anni di Mirandola, con un cognome che fa più pensare ad un libro che a una partita di pallone.
Ma perché non dovremmo essere contenti di questa designazione?
Ripercorrendo la carriera dell’arbitro emiliano abbiamo trovato buoni motivi per storcere il naso e ve ne proponiamo dieci, i più significativi.
10) perché non sa usare la bomboletta. Chiedere agli olandesi (Spagna-Olanda) che si sono ritrovati i le scarpe marchiate e macchiate di bianco
9) Perché si sente molto Clint Eastwood quando arbitra
8)Perché vorrebbe arbitrare con un paio di orecchiette da coniglietto
7) Perché non ha la vista d’aquila ma da quaglia e il labbro imbronciato
6) Perché davanti a un microfono non resiste e deve per forza cantare una canzone di Drupi
5)Perché si slinguazza da solo mentre corre
4) Perché si distrae nel cercare di capire se gli UFO stanno sorvolando lo stadio mentre arbitra
3) Perché crede che basti un cartellino per proteggersi dal sole
2) Perché sbaglia verso nell’espellere i giocatori
1) Perché non si accorge quando i giocatori scendono in campo con una divisa non regolamentare.
Ora vi rendete conto anche voi del rischio che andiamo a correre nell’essere rappresentati da un arbitro così. In più, da spettatori fedeli, saremo costretti a sentire quelle orribili frasi che iniziano così: “In questa finale c’è un po’ d’Italia…”. Insopportabile nenia con cui cominceranno domani le telecronache di Sky e della Rai. Ecco, ne avremmo fatto anche a meno. Non ci resta che sperare non avvenga la catastrofe e incrociare le dita che tutto vada per il verso giusto. Buona fortuna Nicola! Smentiscici!