Verso Brasile 14: i Paesi Bassi.

Pensavate che ci fossimo dimenticati dei nostri appuntamenti di preparazione a Brasile 14? E invece no! Stavolta parliamo dei Paesi Bassi.

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Paesi Bassi, non Olanda. L’Olanda è una regione dei Paesi Bassi. Come se la Germania andasse ai mondiali e noi la chiamassimo Baviera. Come se l’Italia andasse ai mondiali e la chiamassimo Molise.

Ora che almeno questo punto è chiaro, vediamo cosa possiamo aspettarci dagli Oranje quest’anno, oltre che una spremuta e tanta sana vitamina C. Del gruppo che arrivò in finale in Sudafrica rimangono qualche nome grosso e Huntelaar, che ci fa capire come un tempo i Paesi Bassi avessero dei grandi attaccanti, ma che questi con gli anni si sono Van Persie.

Una nazionale giovane, con molti elementi nati dopo il ’90, poche stelle, e qualche vecchio inutile: come scordarsi infatti del mitico Dirk Kuijt? Uno che ha fatto il suo tempo, ma che negli ultimo otto anni ha mantenuto se non altro una media costante di un gol ogni 4 partite. Del resto, se noi volevamo convocare Toni, perché loro non possono convocare Kuijt?

I difensori acquistano in strategia e tattica pokeristica grazie all’innesto di Blind, ma le gioie più grandi ce le regalerà certamente il centrocampo: come riusciranno i telecronisti italiani a pronunciare Georginio Wijnaldum? Da gente che pronuncia Giorente e Sanetti è lecito aspettarsi di tutto.

La nazionale arancio è spesso una squadra da temere, ma quello che noi temiamo è che una formazione che ha in rosa mondiale due giocatori dello Swansea rischi di non andare lontano.