Il calcio è uno sport per uomini veri. Non ci sono scuse.
Cosa sarebbero le partite senza scazzottate?
Vi immaginate la domenica senza le follie dei giocatori?
Senza violenza il calcio non avrebbe partorito menti bacate come Edmundo, Montero o Pasquale Bruno! (Dio ce ne scampi, che noia!).
De Rossi-Juan Jesus, durante Roma-Inter, hanno dato il via ad uno scontro fisico di immemore bellezza. Berardi si è fatto cacciare per un gancio dritto verso il cielo (o il naso di Molinaro). Le spalle che ruotano, le nocche che affondano, le smorfie sul viso. Il pugno che gioca a nascondino e che si cela negli anfratti delle maglie avversarie o che affonda nell’occhio altrui. Ottenere una nuova rivalsa, in un incontro di boxe, per rifarsi dei punti persi durante i 90′ di una semplice partita: questo è l’obiettivo parallelo dei calciatori professionisti in ogni match da loro disputato!
In fondo, se ci pensate, l’area di rigore assomiglia a un grande ring.
Lo scontro fisico è poi il sale della satira, il generatore di tweet e battutacce! Volete privarcene? Come faremmo noi, umili commentatori del giuoco del pallone, a fare una cronaca solo sui movimenti del pallone? L’estetica deformata dei giocatori e i gesti di violenza gratuiti rappresentano quel tocco di sapore in più che rende il piatto più gradevole e interessante.
Il codice etico dovrebbe, inoltre, valere per tutte le offese e le bruttezze disseminate sul campo da gioco. Prandelli non dovrebbe convocare chi si concia come un gallo in calore (via le creste per favore!); chi non riesce ad articolare i verbi in maniera corretta; chi non si scopa almeno tre soubrette all’anno. Tutti i tratti distintivi del giocatore di alto-livello!
La Nazionale italiana è fatta di bruti, volgari e rozzi giocatori!
Non possiamo punirli per essere come sono! Viva i pugni, viva la libertà!
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