Il Napoli ce l’ha fatta dove tante altre squadre italiane hanno fallito. La squadra di Sarri ha spezzato la maledizione del preliminare di Champions League, fatto di illusioni e delusioni, che ci costringeva ad avere solo due squadre nei gironi di qualificazione. Con poche eccezioni e molti cattivi ricordi. Con squadre più o meno forti come l’Helsingborg, i Rangers, il Levski Sofia (ah, il Chievo in Champions… che ricordi!), lo Sporting Braga, il Bayer Leverkusen e, più recentemente, il Porto. L’anno prossimo le squadre italiane qualificate saranno quattro, è vero, ma finalmente ci siamo tolti una soddisfazione. Ma andiamo con ordine.
Uno – Gli highlights di ieri:
Due – La porta intonsa
Un totale di 4-0 e tanti saluti agli attaccanti francesi. Oddio, attaccanti. Pedine messe lì davanti. Anche se, a dirla tutta, un po’ di fortuna c’è stata. Tipo la parata di clavicola e orecchio di Reina o la traversa che ha fatto tremare tutta la Costa d’Azzurra. Quello che conta, però, è quello zero nella casella “gol subiti”. Un ottimo viatico anche per il campionato.
Tre – I gol mancati
Quattro gol fatti ma potevano essere molti di più. All’andata il liscio ballerino di Milik, al ritorno il palo di Insigne, la zuccata mancata di Koulibaly, le conclusioni di Mertens e Callejon. E le prodezze di Yoan Cardinale. Sì, ho capito, siamo perfezionisti ma siamo anche contro lo spreco. In qualunque forma si manifesti.
Quattro – L’avversario
Nizza si è rivelata una squadra mediocre. Quella dell’anno scorso, per i francesi, è stata la classica stagione perfetta con pochissime possibilità di “replay”. Dante in difesa è passato da essere sommo poeta a cantore stonato di versi umani (e molto poco lirici). Balotelli ha litigato con il pallone, con l’arbitro, con una catenina, con una zolla….. Siamo alle solite. Sneijder aveva la forma fisica di un bradipo appena risvegliatosi dal sonnellino stagionale. Meglio uscire così che ultimi, nel girone, con zero punti.
Cinque – Le previsioni di Sarri
Domanda durante la conferenza post-partita: “Chi ti piacerebbe affrontare?”. Risposta possibile e plausibile: “Non importa chi, sappiamo di potercela giocare con tutti, non temiamo nessuno, siamo ansiosi di confrontarci con le grandi… etc etc etc”. Svolgimento del coach toscano: “Mi piacerebbe giocare all’Old Trafford”. Ecco, attirarsi la sfiga. Il secondo anno di Mourinho è sempre quello che porta a vittorie e tanti tituli. A Napoli è stata incrementata la vendita di cornetti.
Sei – E Zapata?
Ok, è in uscita. Ok, non serve. Ok, c’è pure Pavoletti prima di lui. Ma Zapata assomiglia moltissimo a Zalayeta, e non solo per il Za iniziale. E in Champions, anche solo per questioni scaramantiche (vedi punto cinque), un pensierino, nel momento in cui si stila la lista, lo farei. Metti che si vada a giocare al Camp Nou….
Sette – Lo scudetto
Mai come quest’anno il Napoli sembra attrezzato per contendere il titolo alla Juve. La Champions sarà un problema? Una distrazione? Non era meglio andare in Europa League e far sfogare Giaccherini e Pavoletti contro il “coso Sofia” o la “Dinamo sticazzi”?
Otto – Il “campione”
C’è chi dice che al Napoli, per fare l’ultimo salto di qualità, serva un campione vero. Uno abituato a vincere e che spieghi agli altri come si fa. Magari in difesa. Ecco, Bonucci è già andato da un’altra parte. Chiamiamo Aldair? O è meglio Padoin? Insomma, serve qualcuno con più carisma o il giocattolo di Sarri è perfetto così?
Nove – Imitare il Monaco
In fondo… il Monaco l’anno scorso ci ha davvero provato ad arrivare in fondo. E il Napoli, a parer nostro, ha una rosa superiore, persino simile a quella dell’Atletico Madrid delle recenti finali. Al massimo, come sta accadendo per Mbappe, si vende Mertens a settecento miliardi di dollari al PSG.