Niente da fare. Sembrava proibitivo nonostante il 2-0 dell’andata e più che proibitivo è stato impossibile. Il Milan esce distrutto con quattro gol al passivo dal Camp Nou e deve inchinarsi allo strapotere del giocatore più forte di sempre: Leo Messi. L’argentino completa la rimonta già nel primo tempo con due gol impossibili per altri: stop e tiro a giro immediato e fucilata da fuori. In mezzo un dominio netto condito da diverse altre occasioni (strepitoso Abbiati).
E il Milan? Ai rossoneri non riesce il contenimento perfetto dell’andata, e anzi da partita perfetta si passa a partita pessima. In fase difensiva inguardabile Constant, che torna ai suoi livelli, non all’altezza Zapata e Mexès (o meglio: superiori alle loro possibilità all’andata), ma soprattutto è mancata la ripartenza, e a tal proposito è decisiva l’assenza di Pazzini per tenere palla (grazie Portanova). Boateng e soprattutto Niang non riescono quasi mai a far rifiatare il Milan venendo spesso anticipati. Già, Niang, quello che sul risultato di 1-0 e una manciata di secondi prima del raddoppio ha la colossale palla per cambiare partita e qualificazione ma spedisce su un clamoroso palo. Se ti mangi l’occasione della vita nella partita della stagione, significa che puoi dire addio ai sogni della “partita perfetta”. Una palla così andava messa in porta, punto. In precedenza anche un paio di tentativi deboli del Faraone. Troppo poco.
Non è un caso che due dei gol vengano da anticipi netti a centrocampo: se Ambrosini in occasione del raddoppio si fa uccellare come un principiante qualsiasi, anche il tris di Villa arriva con una dinamica simile. Sul 3-0 i catalani lasciano più iniziativa al Milan, ma nemmeno l’ingresso di Robinho, che pur va vicino al gol qualificazione, cambia le cose. E anzi il quarto gol è da comiche. Il brasiliano guadagna una punizione a centrocampo chiamando tutti i compagni in area, salvo poi battere corto e innescare un letale contropiede finalizzato da Jordi Alba. La batosta finale che più infastidisce.
I tifosi milanisti ci credevano alla vigilia: lo striscione più gettonato era “11 Schettini affondano il Barça”. Sulla barca invece affondano loro. Il Barcellona ritrova sé stesso e Messi proprio nella serata decisiva. Troppo forti, troppo superiori. Poker come a La Coruña e come alla finale dell’Europeo. La Spagna è sempre sul gradino più alto.
Per il Milan ora sotto con l’obiettivo qualificazione alla prossima Champions. Sperando magari di non beccare il Barça per l’ennesima volta.
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